Ospedali, tagli in arrivo. Il sindacato: meno 56 sanitari a fine 2024. È scontro con l’azienda

Claudio Cullurà (NurSind): "Avevamo chiesto nuove assunzioni". Prosegue lo stato di agitazione delle sigle sindacali con l’Asl . All’appello mancheranno sopratutto Oss, ma anche infermieri e medici.

Ospedali, tagli in arrivo. Il sindacato: meno 56  sanitari a fine 2024. È scontro con l’azienda

Mancano sanitari all’appello, la denuncia dei sindacati. Foto di repertorio

"Previsto un taglio di circa 56 sanitari, tra medici e infermieri, nel 2024. Mancheranno soprattutto gli Oss". A dircelo è Claudio Cullurà, segretario territoriale del Nursind, il sindacato che raccoglie oltre 800 infermieri in tutto l’Aretino. A riferirlo alle sigle sindacali durante la trattativa sindacale è la stessa azienda che, spiega Cullurà: "Ci ha riferito che al numero di sanitari che andranno in pensione non corrisponderà un numero eguale di nuove assunzioni". Il risultato sarà un taglio di 56 sanitari in meno alla fine del 2024, in tutta l’area dell’Asl Toscana Sud Est che tiene insieme, oltre ad Arezzo, anche la provincia di Siena e Grosseto. Ancora il numero esatto di professionisti che mancheranno all’appello solo ad Arezzo, e nelle sue vallate, non è noto ma - se si tratterà di una divisione aritmetica - i camici in meno saranno almeno una decina, forse più.

In generale, ci spiega Cullurà,"I pensionamenti previsti nell’area della Toscana Sud est sono 501 a fronte di soltanto 445 nuove assunzioni. Ciò significa che il turnover complessivo registrerà un -11%. Nel dettaglio gli infermieri diminuiranno di circa 12 unità, mentre gli Oss caleranno drasticamente visto che si passerà da 59 operatori socio sanitari in uscita a solo 16 in entrata: cioè verrà reintegrato solo il 27% di loro. Per quanto riguarda i medici a fronte di 125 cessioni sono previste invece 109 assunzioni".

Il numero assoluto può indurre a sottostimare la questione ma in realtà la richiesta dei sindacati seduti al tavolo era quella di andare verso nuove assunzioni per aumentare l’organico, non verso una graduale riduzione. "L’azienda ci ha manifestato la sua volontà di tornare ai livelli di personale pre Covid: peccato che già allora noi contavamo 700 persone in meno. La nostra richiesta attuale era quella di aumentare l’organico di almeno 200 unità, non di diminuirlo", chiosa Cullurà. "Oltretutto non ci è arrivata una risposta nemmeno per quanto riguarda la questione degli Oss, tant’è che nei giorni passati per tappare le falle sono stati mandati in corsia alcuni studenti".

Insomma, il dialogo tra sindacati e azienda ospedaliera è teso. D’altronde già qualche settimana fa Nursind, Nursing Up e Usb avevano dichiarato lo stato di agitazione dopo la fumata nera del vertice in prefettura con l’Asl. L’oggetto del plenum era la carenza di personale, sopratutto per il capitolo infermieri e Oss. "Livelli allarmanti che si ripercuotono sulla qualità dell’ambiente lavorativo e delle cure". Alla carenza strutturale di personale sanitario, Nursind Nursing up e Usb avevano anche messo sul piatto del risiko con l’azienda una forte pressione lavorativa, ovvero l’incertezza rispetto ad adeguati recuperi e di migliaia di ore e ferie arretrate accumulate.

Lo sciopero rimane l’ultima spiaggia avevano garantito i sindacati che comunque sia si erano detti fermi sulle loro posizioni, pronti a continuare la battaglia. Per farlo, negli ultimi giorni avevano anche lanciato un appello ai sindaci a venire con loro in corsia per toccare con mano quale fosse la situazione dentro gli ospedali aretini.

Ad oggi il confronto diventa però, giorno per giorno, più caldo.

Luca Amodio