Monica Pieraccini
Cronaca

Paghi con carta di credito o bancomat? Conviene: ecco perché

Dal 19% di detrazione al rimborso parziale dell’Iva. Sanzioni per chi rifiuta il Pos. Bonus Befana solo per pagamenti in settori a rischio evasione

Bancomat

Arezzo, 6 novembre 2019 - Chi paga con carte e bancomat, a partire dal prossimo anno, potrebbe vedersi restituire dai 100 ai 200 euro l’anno. La stima è del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. I provvedimenti per contrastare l’evasione e incentivare l’uso di moneta elettronica, stando al decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio, sono sostanzialmente tre.

Il primo è il bonus Befana, che i cittadini virtuosi inizieranno a incassare da inizio 2021 (di qui il nome). Chi paga con carta di credito o bancomat in settori considerati più ad alto rischio evasione, come ristoranti, idraulici, parrucchieri, beneficerà di detrazione fiscale del 19% fino a un massimo di 2500 euro l’anno. A questa misura si affianca il cashback di Stato, che consente il rimborso di una parte dell’Iva sugli acquisti con carte elettroniche.

Infine sarà introdotta la Carta Unica rivolta agli anziani, da utilizzare come documento d’identità, tessera sanitaria, identità digitale, ma anche come strumento per pagare. Contemporaneamente saranno introdotte novità per i commercianti. A partire dalle spese sostenute dal primo luglio 2020 sarà riconosciuto a piccole imprese con ricavi entro i 400mila euro un credito d’imposta del 30% delle commissioni sulle transazioni con moneta elettronica.

Sempre da luglio 2020 scatteranno sanzioni (30 euro, più il 4% del valore della transazione) per chi si rifiuta di dotarsi o di consentire un pagamento, anche per cifre piccole, con Pos. Tutte queste misure, insieme alla lotteria degli scontrini, serviranno a contrastare l’evasione. Ma le agevolazioni incentiveranno davvero chi di solito paga in contanti a dotarsi di carta di credito per la spesa o la colazione? «Cambiamenti giusti, ma vanno introdotti gradualmente», risponde Giacomo Martelli, presidente Acli Toscana.

«Il pagamento in contanti è un elemento di rischio per l’evasione fiscale, ma ci sono ancora tante persone, soprattutto anziane, non abituate a Pos e carte di credito. Lo vediamo nei nostri sportelli: facciamo un grande lavoro di avvicinamento al pagamento elettronico». Superata la diffidenza, pagare con moneta elettronica, al di là di incentivi, consentirà agli anziani di andare in giro più sicuri.

Non avranno i contanti ai quali ambiscono truffatori e malviventi, non saranno più a rischio scippi e furti uscendo dalla Posta con la pensione in tasca. Tutto ciò però a patto che pagare con carta o bancomat non comporti spendere decine di euro al mese in commissioni o che venga punito con balzelli chi decide di usare i contanti per la spesa dall’ortolano o dal fornaio.

«L’ipotesi circolata di aumentare Iva e commissioni bancarie per l’uso dei contanti è da rigettare – sottolinea Martelli –: graverebbe sugli anziani che hanno minore dimestichezza coi pagamenti elettronici e dovrebbero fare i conti con aumenti del costo del carrello al supermercato, delle bollette se pagate in contanti tramite bollettino e di altre voci di spesa».

Decine o centinaia di euro in più ogni anno che sarebbero costretti ad affrontare solo perché hanno poca dimestichezza con l’ elettronica. Secondo Martelli, anche imporre tetti all’uso dei contanti non è la panacea di tutti i mali e resta da dimostrare l’efficacia nel contrasto all’evasione fiscale. «Le grandi frodi fiscali difficilmente vengono fatte attraverso contanti» conclude