
Numeri record al Palaffari: seicento banchi e altrettanti espositori in lista di attesa
"Ci hanno richiesto un bongo: chi lo avesse è pregato di comunicare il numero del banco". L’altoparlante tuona nel Palaffari pieno all’inverosimile. Una distesa di teste da far impallidire la Città di Natale, segno di una città che per un giorno si rovescia tutta ad Arezzo Fiere. Il bongo, per la cronaca, c’è davvero: anzi una coppia, gli appassionati se li possono portare via con 35 euro e il concerto è servito. E oltre al bongo c’è il successo definitivo di un’idea nata a Campo Marte e cresciuta in modo esponenziale: il Mercatino delle Pulci. Il diminuitivo ormai è solo nelle bandiere, perché qui si viaggia sui grandi numeri. Circa trentamila presenze, alle quali aggiungere le famiglie intere che ogni volta animano i banchi. Oltre seicento i banchi ma solo perché i limiti dei padiglioni non consentono di più: ce ne sono seicento in lista d’attesa. Alla regia come sempre Silvia Ciarpaglini, che al richiamo irresistibile deglio acquisti e delle vendite in ogni edizione a ci unisce del suo. Mette perfino il sale sulla coda di un fenomeno che in cinque giorni ha elettrizzato Arezzo: il Fantasanremo. Cinque milioni di partecipanti in tutta Italia, mgliaia in provincia, con gli occhi incollati alla tv non per il bel canto ma per un gioco che trascina soprattutto i più giovani. Una "Lega" c’è anche al Palaffari, 120 i partecipanti. E intorno c’è di tutto: dall’antiquariato al vintage, dai libri ai vestiti, dalle reti da pesca ai lampadari.
Meraviglie che si spalancano a chi riesce a piazzare la macchina. Un delirio. Intorno alla struttura espositiva una morsa di cofani e specchietti retrovisori delle auto a caccia di un posto, pure al sole visto la giornata di bel tempo. Vetture in sosta precaria lungo il raccordo, sulla strada che scende verso il Palaffari, incastrate ovunque, dai marciapiedi alle doppie file di fortuna calcolando gli spazi di manovra. I condomini della strada hanno ormai rinunciato ai cartelli posticci di divieto, si sono frugati in tasca e hanno messo le sbarre fisse per arginare la sosta selvaggia. Il Centro Affari sta crescendo e puntando su nuove iniziative ma se non affronta di petto la carenza della sosta rischia di disperdere le migliori energie. Così la mattina, quando un serpentone di auto in coda tenta la sorte nell’area a ridosso dell’ingresso, e così il pomeriggio, quando scatta l’assalto di massa. Le auto si spingono fino alle Caselle e c’è chi parcheggia all’ex Ipercoop sfruttando la "bretella" del ponte pedonale. Ci sono venti punti gastronomici più la classica rete dei bar, c’è il ritorno in scena di Streetfood, c’è il ristorante al piano alto. E ancora: mostre, eventi a sorpresa, cacce al tesoro, punti per l’allattamento. Una città nella città, che già affolla il calendario: a marzo il ritorno a Monte San Savino, forse ad aprile il debutto a Marciano, d’estate nuovi appuntamenti, a ottobre ancora al Centro Affari. In sottofondo la musica del bongo, colonna sonora incrinata solo dal suono dei clacson.
LuBi