Palazzo Carbonati, l’alba. Parte il restyling Bertelli

A giorni si apre il cantiere per la messa in sicurezza dell’immobile in centro. Poi scatterà la ristrutturazione. L’ipotesi prevalente resta un hotel di lusso.

Palazzo Carbonati, l’alba. Parte il restyling Bertelli

Patrizio Bertelli si è aggiudicato all’asta Palazzo Carbonati: ora partono i lavori

Il cantiere parte a giorni. È tutto pronto per "fasciare" coi ponteggi Palazzo Carbonati, il palazzo storico nella parte alta della città, che ora gira nella galassia Bertelli. Il patron di Prada si è aggiudicato l’asta istituita dal Comune: 1,6 milioni l’offerta su una base di 1,596), dopo una sequela di rimbalzi a vuoto. E adesso prende avvio il percorso che porterà alla ristrutturazione dell’edificio di via Albergotti. Si comincia con la messa in sicurezza: un piano che prevede una serie di interventi finalizzati a verificare le condizioni del palazzo, chiuso da molto tempo e mettere in campo le operazioni necessarie. Solo dopo, si passerà alla fase vera e propria del recupero. Con quale destinazione? L’intendimento di Bertelli resta quello di trasformare il prestigioso palazzo in un albergo di lusso. Che ad Arezzo manca e rappresenterebbe un’opportunità strategica per richiamare in città un turismo più ricco, che sceglie soggiorni in luoghi esclusivi.

Un tempo sede della Procura, il Palazzo era finito in un cono d’ombra, coi segni evidenti di un degrado inesorabile. Come cicatrici. Ora rinasce ed entra a pieno titolo nella "collezione della memoria" di Bertelli. Proprio lì, a due passi dalle logge del Vasari dove il manager correva da bambino e dove, oggi, torna per salvare i luoghi della memoria. Lo ha fatto con la Pieve: un milione la donazione per il restauro della facciata. Contributo a titolo personale, business, invece, per le altre operazioni chiuse una dietro l’altra in una manciata di anni. La prima tessera del puzzle Bertelli è il Caffè dei Costanti, in piazza San Francesco: in questa fase è aperto il "casting" per la gestione. Anche qui, il profilo è alto e le credenziali di chi lo gestirà sono la chiave della selezione già aperta. Traguardo previsto: 2025. All’oblio, Bertelli strappa anche la Buca di San Francesco, rilanciando la tradizione culinaria aretina, compreso il gattò. Operazione che ha già tagliato un altro traguardo: alla storica sala se ne aggiunge un’altra en plein air, nel giardino d’estate. Bertelli mette a segno un altro colpo: la Capannaccia, altro locale che ha accompagnato i momenti più importanti di generazioni di aretini. Nuova vita per il ristorante, già lanciatissimo con la mano sapiente della famiglia Ottaviani alla guida. L’ultimo tassello di Palazzo Carbonati, apre un filone specifico verso il quale Bertelli mostra interesse.

Di fatto, partecipare all’asta per l’acquisizione ha significato mettere in campo un progetto con cui colmare un gap. Un albergo di categoria superiore per una fascia alta di clientela, era l’elemento che mancava nell’assetto ricettivo. E in un momento nel quale Arezzo vive un’esposizione mediatica molto forte (serie tv e trasmissioni girate tra i suoi vicoli e le piazze) con un exploit di presenze che la collocano tra le prime in Toscana e le più gettonate in Italia, l’operazione di Bertelli acquista un valore doppio. Business, certo, ma incanalato nella direzione in cui la città sta camminando: non solo l’aumento del turismo, ma di un turismo facoltoso. Un servizio in più che potrebbe funzionare come calamita e incrementare numeri e ricadute sul territorio.

Lucia Bigozzi