di Matteo MarzottiAREZZO
Esodi esclusivamente volontari e trasferimenti solo sul territorio. Ecco, in estrema sintesi, l’accordo raggiunto tra Pam e i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil sul punto vendita di Tortaia che sabato sera ha ammainato la propria bandiera in attesa di un futuro tutto da scrivere. Sono le sigle sindacali attraverso una nota congiunta a scendere nei dettagli dell’accordo che riguarda in primis i 25 lavoratori del supermercato di Tortaia (21 a tempo indeterminato e 4 a tempo determinato) che è stato approvato dall’assemblea dei dipendenti. Si afferma il criterio esclusivo della volontarietà per gli esodi che si verificheranno da oggi alla fine di gennaio. "Per i dipendenti che rimarranno in forza si prospetta in larga parte lo spostamento sul punto vendita di Campo Marzio e, in misura limitata, qualche possibile trasferimento sui restanti punti vendita presenti nella provincia, con diritto di precedenza, comunque, ad essere ricollocati anch’essi più vicini a casa" si legge nella nota.
"Se con questa intesa si chiude la vertenza che riguarda il gruppo di lavoratrici e di lavoratori Pam di Tortaia - scrivono i sindacati - non si archivia certo la questione più ampia e altrettanto critica del resto dei negozi e delle sorti degli altri dipendenti, stante anche la complessiva perdita di occupazione generata dall’interruzione dei contratti a termine impiegati sino a dicembre nei punti vendita di Arezzo". Le tre sigle di categoria intervengono poi sul futuro dell’immobile di via Alfieri e non solo. " Riteniamo insufficienti le informazioni ricevute in merito alla destinazione d’uso dell’immobile di Tortaia, proprietà del Gruppo Pam, data la rilevanza sociale che tale struttura riveste per la città di Arezzo. Non a caso, su questa vicenda, abbiamo coinvolto anche l’amministrazione comunale. Altrettanto insufficienti ed evasive valutiamo le risposte sul destino dei restanti punti vendita, considerata l’apparente volontà di Pam di lasciare il territorio di Arezzo, salvo speculare sugli immobili di sua proprietà, a danno dei lavoratori e del livello di servizio offerto alla città di Arezzo e all’intera provincia".
L’accordo è stato quindi firmato ma lo stato di attenzione sindacale rimane: "Il rischio che questa vicenda possa ripetersi è troppo alto e sarebbe da incoscienti non preoccuparsene in ottica futura".