e non hanno più pane, che mangino brioche". La frase, falsamente attribuita alla regina Maria Antonietta al popolo affamato, torna d’attualità con Medioetruria. Da una parte ci sono ritardi e disagi sistematici per i pendolari aretini, dall’altra un progetto di cui si parla da oltre quindici anni con fughe in avanti e precipitosi dietrofront.
Una stazione avveniristica come una fragrante brioche per chi ogni giorno mangia il pane duro di un servizio indegno di un Paese civile. Dal consiglio congiunto di ieri nella Sala dei Grandi emerge, plastico, l’ultimo nodo da sciogliere per Medioetruria: il governo finanzia Creti, mentre Regione Toscana, Provincia e Comune puntano diritti su Rigutino. L’ago della bilancia diventa l’Umbria. Se c’è, batta un colpo.
Federico D’Ascoli