Papa Francesco, lungo messaggio ad Arezzo per il convegno nazionale Fuci su Montini. I saluti di Napolitano

La testimonianza del Cardinal Re su Paolo VI. E oggi prima Betori e poi la veglia a Camaldoli LE IMMAGINI DALLA CATTEDRALE E DALLA PIEVE

Convegno su Papa Montini: a destra il Cardinale Re e il Vescovo Fontana

Convegno su Papa Montini: a destra il Cardinale Re e il Vescovo Fontana

Arezzo, 17 ottobre 2014 - "Paolo Vi invitava a conoscere l'odore dell'uomo del nostro tempo". Parola di un altro Papa, Papa Francesco, che ha inviato un lungo messaggio personale ad Arezzo, per l'apertura del congresso straordinario della Fuci proprio su Giovanni Battista Montini e la sua imminente beatificazione.

Il volto sofferente ma tratteggiato con linee moderne, sullo stile di un Pontefice che è stato in realtà  il grande innovatore della chiesa italiana, campeggia nel manifesto fuori della Cattedrale e a fianco dell'altare del Duomo. Duomo che diventa una cattedra anche culturale, tra i giovani arrivati da tutta Italia per questo appuntamento che sabato confluirà a Roma per la beatificazione solenne di domenica mattina.

“Non accontentatevi di verità parziali o di illusioni rassicuranti, ma accogliete nello studio una comprensione sempre piena della realtà” dice Papa Francesco nel messaggio che l'Arcivescovo Riccardo Fontana legge integralmente. Nel messaggio il Papa affida alla F.U.C.I. tre parole: studium, ricerca e frontiera. "Studiare – prosegue il testo – non è appropriarsi della realtà per manipolarla, ma lasciare che essa ci parli e ci riveli qualcosa, molto spesso anche su noi stessi. Lo studio – continua – è la veglia della sentinella. E aggiunge: “Il metodo del vostro studio sia la ricerca, il dialogo e il confronto”. Francesco fa sue le parone del predecessore ed è come se Arezzo, già abbracciata da due Papi nel giro di pochi anni, ne avesse accolto anche un terzo: con il suo messaggio dirompente, nei segni e nella vita. E che con Arezzo aveva forti legami. Camaldoli, i momentio di riflessione nel monastero, la palestra di buona parte di quela classe politica che avrebbe affiancato De Gasperi nell aricostruzione, come ricorda poco dopo Giovanni Battista Re, cardinale e collaboratore a lungo dello stesso Montini. “L’Università è una frontiera che vi aspetta, una periferia in cui accogliere e curare le povertà esistenziali dell’uomo" chiude Bergoglio, parlando agli universitari.  E Re va olòtre, racconta anche la figura umana di quel Papa, distaccato già giovanissimo alla segreteria di stato "ma che in più occasioni aveva chiesto di tornare a tempo pieno alla Fuci". I segni. "Fu il primo a rinunciare alla tiara: la vendette e il ricavato lo portò a Madre Teresa di Calcutta". E poin iltratto umano. "Non era il Papa della folla, che lo metteva a disagio: ma era il Papa della cordialità e dell'incontro" racconta Re, sempre sul filo delle tre parole di Bergoglio. Intorno la città che accoglie l'evento: è il sindaco Gasperini a fare il saluto a nome della città, in prima fila ci sono anche il Prefetto Ordine e il Questore Moja. In serata tutti in Pieve, per uno spettacolo curato da Amina Kovacevich sul "Pellegrino con le scarpette rosse". Oggi a mezzogiorno nella chiesa della Santissima Annunziata ci sarà la lectio tenuta dal Cardinal Giuseppe Betori: poi in serata il trasferimento a Camaldoli. Una veglia sulla terra cara a Montini. Mentre anche il Presidente della Repubblica ha mandato un suo messaggio al convegno di Arezzo. "Il mondo si sente lontano dalla chiesa: la chiesa si sente dentro il mondo". Il programma di lavoro di un Pontificato negli anni '60, che concentrava i suoi sforzi proprio sul mondo contemporaneo: chissà, magari portando in Vaticano i suoi incontri con gli studenti universitari. O le notti di riflessione sul monte di Camaldoli