LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Paracadute emergenza. In salita i colpi di calore. Restano alti gli accessi al pronto soccorso

Allarme sopratutto per gli anziani: in tanti si presentano totalmente disidratati. La prova del fuoco per il nuovo open space e l’assetto moderno della risposta.

Arrivano sfiniti dal caldo. Disidratati. Sono gli anziani a patìre la morsa africana che da settimana assedia città e provincia. E che nemmeno il temporale di ieri ha spazzato via. Arrivano al Pronto soccorso in difficoltà, sopratutto persone con patologie croniche ed anche chi è in buone condizioni ma ha già passato i settanta. L’equipe di specialisti guidati dal direttore Maurizio Zanobetti (nella foto) fa lo slalom, non sul ghiaccio, ma tra le aree dell’hub dell’emergenza per rispondere alle richieste di aiuto, in particolare quelle delle persone più fragili. E qui, ogni giorno la media oscilla tra i 195 e i 220 accessi.

Dottor Zanobetti, quali sono gli effetti della canicola?

"Rispetto all’anno scorso abbiamo notato un cambio di passo. Se prima vedevamo numerosi casi di malesseri legati ai colpi di calore, in particolare tra gli sportivi, ora arrivano da noi persone, sopratutto anziane, disidratate. Persone che non assumono liquidi a sufficienza nell’arco della giornata, direttamente bevendo acqua o dal cibo, e che vanno in crisi di fronte a temperature decisamente proibitive come quelle di questo periodo. E l’altro aspetto ricorrente è che si tratta di periodi prolungati di gran caldo".

Come intervenite?

"Sono necessarie 24-48 ore di osservazione durante le quali la persona viene reidratata per via endovenosa. Nella maggiorparte dei casi, si risolve tutto senza complicazioni, ma chi è già fragile è più esposto, sopratutto a livello di funzionalità renale. Del resto è fondamentale tenere il corpo ben idratato, assumendo almeno due litri di acqua al giorno oltre ai liquidi che si prendono mangiando frutta e verdura".

In questa strana estate c’è anche un ritorno dei casi di Covid. Perchè e qual è il quadro?

"Sì, c’è un aumento di infezioni, ma mai nei numeri e con l’intensità degli anni bui che abbiamo attraversato. Sono casi di contagio collegati agli spostamenti delle persone che specie in estate si muovono di più e sono maggiormente inclini agli incontri e a trascorrere periodi di vacanze condivise. Ma nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di sintomi lievi che si risolvono in pochissimi giorni.

Come li intercettate?

"Con i tamponi che facciamo seguendo le indicazioni previste dalla normativa, ogni volta che dal Pronto Soccorso ricoveriamo nei reparti di degenza. Tanti non mostrano sintomi e non sanno di avere il Covid. In quel caso, specie per le persone più fragili, consigliamo la vaccinazione che è possibile fare in un ambulatorio che l’Azienda ha predisposto appositamente insieme al dipartimento Malattie Infettive: raccoglie le adesioni volontarie dei pazienti non solo del nostro hub ma anche di tutti gli altri reparti ospedalieri".

Carenza di medici, qual è la situazione reale al Pronto soccorso? Lavorate in sofferenza?

"Premesso che siamo sotto organico esattamente come ogni altro Pronto soccorso toscano e d’Italia, noi puntiamo su un’organizzazione del lavoro efficiente e sulla disponibilità dei nostri professionisti che consente, seppure con grande impegno, di coprire tutte le esigenze dei pazienti. Il fatto che in autunno tre medici lascino la nostra struttura rientra fisiologicamente nelle scelte che ogni medico è libero di fare, ma questo non significa che rimaniamo senza medici. A breve verranno stabilizzati due specializzandi e poi ci saranno gli ingressi di professionisti dalla graduatoria già aperta".