CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Parchi eolici, è scontro: "Danni per il paesaggio". Duello tra la Toscana e l’Emilia Romagna

Le torri alte 200 metri sull’Appennino non convincono i romagnoli. Le criticità riguardano gli effetti sul paesaggio e sulle aree protette. Ma ci sono preoccupazioni legate anche al rischio idrogeologico.

Le torri alte 200 metri sull’Appennino non convincono i romagnoli. Le criticità riguardano gli effetti sul paesaggio e sulle aree protette. Ma ci sono preoccupazioni legate anche al rischio idrogeologico.

Le torri alte 200 metri sull’Appennino non convincono i romagnoli. Le criticità riguardano gli effetti sul paesaggio e sulle aree protette. Ma ci sono preoccupazioni legate anche al rischio idrogeologico.

di Claudio Roselli SANSEPOLCRO"La Toscana cambi rotta". Sulla questione dei parchi eolici, due Regioni dello stesso colore politico rischiano lo scontro; l’altra è l’Emilia Romagna, che osteggia decisamente (per questioni naturalistiche, paesaggistiche e quindi anche turistiche) la soluzione delle torri alte quasi 200 metri sui crinali di confine dell’Appennino; anche se posizionate in territorio toscano, finiscono inevitabilmente con l’impattare anche dall’altra parte.

Sul progetto "Badia del Vento" (sette aerogeneratori nella zona di Badia Tedalda), i vari settori della Regione Toscana hanno chiesto integrazioni alla ditta proponente a proposito di mitigazioni e avifauna esistente, ma anche di monitoraggio e di compensazioni.

Sull’altro progetto, chiamato "Passo di Frassineto" e che interessa anche i Comuni di Pieve Santo Stefano e Sansepolcro, la conferenza dei servizi si riunirà il 27 marzo. Il dibattito sull’autorizzazione di "Badia del Vento" ha portato il Partito Democratico emiliano a intervenire con un’interrogazione formale rivolta alla propria giunta regionale, nella quale viene auspicato un ripensamento da parte della Toscana. Le consigliere regionali Emma Petitti (prima firmataria) e Alice Parma hanno chiesto alla giunta dell’Emilia-Romagna di intervenire ufficialmente affinché la Regione Toscana riconsideri la decisione di dare l’ok l’impianto.

Come ricordano le due esponenti, il progetto ha ricevuto una serie di pareri negativi da parte di enti e istituzioni, sia in Toscana che in Emilia-Romagna.

Tra le voci contrarie figurano le soprintendenze regionali di entrambe le Regioni, il Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, le Province di Rimini e Forlì-Cesena, l’Unione dei Comuni della Valmarecchia e il Comune di Casteldelci, oltre alla stessa Direzione Tutela della Natura della Regione Toscana.

Le criticità sollevate riguardano principalmente gli impatti sul paesaggio e sulle aree naturali protette, ma anche le preoccupazioni legate al rischio idrogeologico. I recenti eventi atmosferici del 2023, che hanno colpito duramente la zona, hanno infatti evidenziato la fragilità del territorio e la necessità di scelte sostenibili per il suo sviluppo.

Con l’atto ispettivo, Petitti e Parma chiedono alla Regione Emilia-Romagna quali azioni intenda intraprendere per favorire un confronto con la Toscana, affinché nel procedimento autorizzativo si tenga conto anche dei territori confinanti e soprattutto si approfondiscano gli effetti su quelle zone e gli aspetti geologici e geotecnici.

Gli interrogativi restano aperti e il tema dell’eolico in queste zone si conferma sempre più una questione di ampia portata, con un impatto che va oltre i confini amministrativi e che coinvolge scelte strategiche per il futuro ambientale ed economico dell’Appennino tra Toscana ed Emilia-Romagna.