CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Parco eolico, la Toscana verso il via libera. Il comitato dice no: "Territorio a rischio"

La nuova conferenza sul progetto Badia del Vento potrebbe portare all’autorizzazione. Da sempre contraria l’Emilia Romagna

Il progetto prevede l’intallazione di 7 ette aerogeneratori da 180 metri al confine

Il progetto prevede l’intallazione di 7 ette aerogeneratori da 180 metri al confine

Giornata chiave per i progetti eolici che interessano l’Appennino al confine fra Toscana ed Emilia Romagna sul versante valtiberino. Proprio oggi, infatti, è in programma la terza conferenza dei servizi relativa all’impianto denominato "Badia del Vento" che prevede l’installazione di sette aerogeneratori alti 180 metri. La Regione Toscana potrebbe dare la propria autorizzazione nonostante i pareri negativi della Regione Emilia Romagna, dell’Ente Parco Sasso Simone e Simoncello, delle Province di Rimini e di Forlì Cesena, delle Soprintendenze, e dell’Unione Comuni della Valmarecchia con il Comune di Casteldelci in prima linea. Tutto il fronte romagnolo si compatta e si unisce con le Marche e le soprintendenze per scongiurare quello che, a parere del comitato Appennino Sostenibile, è considerato "il più grande scempio ambientale e paesaggistico della storia di questi territori".

La battaglia è ormai aperta da tempo: istituzioni ambientaliste e molti cittadini vedono in questa proposta una seria minaccia per il futuro dei territori nel contesto di un paesaggio integro e tutelato, che costituisce un vero e proprio crocevia ecologico attraversato da importanti rotte migratorie per uccelli rapaci e con habitat protetti. "Ci ritroviamo di fronte a un concreto rischio di disastro ambientale – dicono quelli del comitato - con previsione di sbancamenti dei crinali al fine della realizzazione di infrastrutture, strade, trivellamenti profondi, tonnellate di cemento armato per reggere le imponenti torri d’acciaio, nell’incredibile obiettivo di impiantarle, oltretutto, a ridosso di aree di dissesto, generando pericoli e minando la sicurezza dell’intero territorio. L’abbattimento di boschi di altissimo pregio, necessario per installare queste enormi pale con tutto il loro indotto, non solo è un insulto al buon senso, ma è un totale controsenso rispetto agli obiettivi delle cosiddette fonti rinnovabili che dovrebbero consentire minori emissioni".

Contro "Badia del Vento" si sono espresse le consigliere regionali Pd dell’Emilia Romagna, Alice Parma ed Emma Petitti, ma anche le forze di opposizione con Nicola Marcello (FdI) in prima linea, che ha presentato un’interrogazione alla Regione Emilia Romagna, che si aggiunge a quella delle consigliere Dem.

Un progetto che sta generando una frattura istituzionale senza precedenti fra le Regioni Emilia Romagna e Toscana. Da un lato l’Emilia Romagna, guidata dal presidente Michele De Pascale con assessore all’ambiente Irene Priolo, ha espresso un parere fortemente negativo al progetto, evidenziandone l’incompatibilità con le esigenze di tutela ambientale e paesaggistica. Dall’altro la Regione Toscana, presieduta da Eugenio Giani e con assessore all’ambiente Monia Monni, non si è ancora espressa; anzi, gli uffici regionali hanno richiesto oltremodo all’azienda proponente continue integrazioni per portare a compimento l’iter autorizzativo. Eppure, solo pochi mesi fa i presidenti delle due Regioni hanno firmato un patto di collaborazione per la gestione delle aree di confine che insistono sulla dorsale appenninica. L’eventuale approvazione del progetto da parte della Toscana, contro il parere dell’Emilia Romagna e di tutte le istituzioni romagnole, potrebbe quindi avere conseguenze a livello di rapporti istituzionali. "Autorizzare "Badia del Vento – conclude il comitato Appennino Sostenibile - sarebbe un atto di prevaricazione da parte della Regione Toscana rispetto ai territori confinanti, che hanno espresso un giudizio inequivocabile di incompatibilità rispetto le ragioni di salvaguardia dell’ambiente e delle proprie programmazioni territoriali".