Aveva toccato il sedere ad una signora di 72 anni, ieri il 29enne a processo ha patteggiato una pena a un anno e 9 mesi. Non andrà in galera ma dovrà essere seguito per un anno in terapia da uno psicologo in una struttura che si occupa di soggetti che sono stati autori di reati di genere. Sì perché il capo di imputazione del ragazzo della Valtiberina era quella di violenza sessuale, 609 bis del codice penale. Il fatto che debba andare in terapia è previsto dalla legge Codice rosso implica che il beneficio sia condizionato a un percorso psicologico.
Il caso è arrivato al tribunale di Arezzo dopo la querela sporta dalla signora, classe ‘52, residente di Perugia. Siamo a Pieve Santo Stefano, in Valtiberina. Accade a febbraio di quest’anno. Lui è un ragazzo del ‘95, ha 29 anni. Non conosce lei, 72 anni. Per chissà quale motivo - non lo ha spiegato né davanti ai carabinieri né davanti al giudice - si è avvicinato a lei e le ha palpato il sedere. Poi se ne è andato. È scappato con la sua auto.
La signora dopo essere stata molestata è rimasta traumatizzata ma è rimasta lucida: ha preso il suo numero di targa. Così è stato facile per i carabinieri della stazione di Pieve Santo Stefano identificare il giovane. Si tratta di un italiano. Nei suoi confronti è scattata la querela di parte, dopo che la signora ha raccontato tutto ai militari dell’arma.
Nelle settimane passate il caso è arrivato in piazza Falcone e Borsellino, al tribunale di Arezzo. All’udienza preliminare di inizio inverno, la pubblico ministero Angela Masiello ha chiesto il rinvio a giudizio per il ragazzo e il gip Claudio Lara lo ha mandato a processo per violenza sessuale. Nell’udienza del novembre scorso, il giovane assistito dall’avvocato Gloria Cangi del Foro di Perugia, non ha spiegato il suo gesto e ha chiesto il patteggiamento.
Così facendo l’imputato ha quindi cercato un accordo con la procura, ammettendo le sue responsabilità, ma ottenendo lo sconto di pena di un terzo. L’obiettivo della difesa è stato quello di scendere sotto i due anni così da ottenere la sospensione condizionale della pena. C’è però da dire che, nei casi che rientrano nel codice rosso, cioè la legge sulla violenza di genere, il beneficio è subordinato ad un percorso psicologico. In pratica è necessario affidarsi anche in analisi da un professionista. La difesa ha quindi cercato anche una struttura in cui collocare il giovane.
Ieri nell’aula delle udienze preliminari del tribunale di Arezzo è uscito fuori l’epilogo della storia che era già stata anticipata nelle pagine de La Nazione e il finale è quello che un po’ ci si aspettava. Un patteggiamento con una pena concordata inferiore ai due anni così da ottenere anche la sospensione della stessa. Nel dettaglio la pena concordata è di un anno, 9 mesi e 10 giorni, subordinato allo svolgimento di un percorso psicologico in un ente che si occupa di recupero di soggetti che sono stati condannati per reati sessuali. In pratica dovrà essere seguito da uno psicologo per un anno.