di Lucia Bigozzi
Quel che resta del voto, si potrebbe dire parafrasando un celebre film. Da un lato i sindaci vincitori pronti a indossare la fascia, dall’altro i perdenti a rimuginare sulla sconfitta. In mezzo i partiti, a leggere il voto in filigrana. I fatti per come sono usciti dalle urne delle amministrative, dicono che in Valdarno cade un’altra roccaforte Pd e il caso non sarà indolore. Dopo Montevarchi e Castiglion Fibocchi, i dem lasciano sul campo anche Laterina Pergine e il centrodestra sposta in avanti la sua "linea del Piave" proprio nell’ultima valle dove la sinistra tiene, ma che rischia di diventare la sua ridotta. A Capolona, la sfida tra Francesconi e Dini si gioca sul filo di 14 voti eppure il candidato alternativo sostenuto anche dai dem, non sfonda con il progetto alternativo. Un’incollatura sui voti tra Francesconi e Dini nella quale hanno pesato le 115 preferenze di Democrazia sovrana popolare, sempre sull’ala sinistra della coalizione. Altro segnale che penalizza la mancata unità, in tutti gli schieramenti e qui ha fatto la differenza. Ma è il caso Laterina Pergine a tenere banco nei commenti a bocce ferme. La mancata ricandidatura della sindaca uscente Simona Neri si è rivelata un boomerang per i dem e probabilmente avrà una coda di veleni e antidoti. Il partito ha pagato in termini di consenso la scommessa su Michele Gragnoli, assessore della giunta Neri, presentato come candidato della discontinuità, sconfessando di fatto l’operato della sindaca uscente. Non solo: la disfatta dem si consuma proprio nel paese di Maria Elena Boschi ai vertici del partito renziano. Tiri mancini dalle urne.
Una netta presa di distanza dall’operato di Neri, "rea" della sua origine renziana nell’era di Elly Schlein. Chi la fa l’aspetti, verrebbe da dire, tant’è che l’effetto Schlein in una provincia che alle primarie ha votato a valanga per la segretaria della svolta al Nazareno, in questa tornata elettorale non è scattato. Certo, le dinamiche locali seguono logiche calibrate su recinti ristretti eppure in uno dei Comuni più importanti del Valdarno, la sconfitta brucia due volte. Andando a ritroso, ci sono altri precedenti a registrare fatti: nell’arco di pochi anni, il Pd e alleati hanno perso molti fortini corazzati. Una "rotta" iniziata da Castiglion Fiorentino, proseguita con Arezzo e allargata a Bibbiena, Sansepolcro (l’intera valle è passata al centrodestra), Montevarchi, Cortona e Monte San Savino, giusto un anno fa. In mezzo le politiche: un’altra batosta a sinistra.