FABRIZIO PALADINO
Cronaca

Pecorelli e il tesoro: "Appartiene allo Stato"

L’esperto di numismatica Ganganelli parla delle monete che Davide ha ritrovato: "Sono reperti che devono essere denunciati"

di Fabrizio Paladino

L’esperto di numismatica che Davide Pecorelli avrebbe tentato di contattare per una valutazione delle monete d’oro, a suo dire ritrovate all’isola di Montecristo, chiarisce alcuni aspetti riferiti al tesoro e alla sua storia.

"Non si può dire se esista o no – ha affermato Roberto Ganganelli a Tevere Tv – esiste però la leggenda: il tesoro di Montecristo ha radici sicuramente letterarie che a loro volta arrivano da probabili leggende locali, sta di fatto che quello che è stato identificato come comodità giornalistica ‘tesoro di San Mamiliano’, è un tesoro di circa 500 monete d’oro ritrovato in una chiesetta di Sovana, nel Grossetano, nel 2004: nel 2012 è stato esposto in parte al pubblico, purtroppo negli anni seguenti ha subìto un furto di 66 pezzi degli 83 esposti. Nulla si può dire – prosegue l’esperto – sul fatto che la persona in questione abbia avuto elementi per cercare un tesoro, né

è tanto meno che lo abbia trovato".

"Quello che tengo a sottolineare è che tutto ciò che si trova nel nostro sottosuolo o fondali marini nazionali, è di proprietà dello Stato, quindi in caso di ritrovamento di un qualunque oggetto antico la persona ha il dovere di notificare tutto alle autorità perchè fa parte del patrimonio archeologico e storico dello Stato, tanto più se esistesse un tesoro di questo tipo. Nel caso in cui si cerchi di commercializzare questo tipo di materiale – conclude Ganganelli – si incorre nel reato di ricettazione, anche chi acquista questo materiale può incorrere in azioni penali".

Mentre Davide anche ieri ha trascorso la giornata a quanto pare con uno dei figli, l’anziano padre Renato è tornato a parlare con i cronisti dalla sua casa di Lama di San Giustino Umbro.

"È andata bene, sono più che è contento che è tornato, tutti pensavano a qualcosa di brutto dopo il ritrovamento dell’auto bruciata con alcune ossa all’interno. Mio figlio voleva suicidarsi, un prete lo ha convinto, poi è andato in una comunità. Devo appurare altre cose, comunque mi ha fatto patire molto. Cosa ha detto quando è tornato? Che è stato bene...".

Intanto il procuratore di Puke, Pjerin Çuku, ha annunciato all’emittente Top Channel che cambierà il capo d’imputazione nei confronti di Davide, ora accusato di incendio doloso dell’auto e furto di ossa. Ma non solo, perché la procura albanese nelle prossime ore chiederà ai colleghi perugini che hanno sentito l’imprenditore di Lama, l’intero verbale delle dichiarazioni rilasciate.

Tutto questo mentre nel Paese dell’Aquila prosegue il clamore su questo giallo lungo 9 mesi tra Albania e Italia. Top Channel ha sentito uno degli amici di Pecorelli, l’ex calciatore del Valona Rrapo Taho, che ha conosciuto il ‘Cristiano-scrittore’ in spiaggia. "Era sempre con noi da mesi, aveva pochi soldi e comunque è una persona che aveva fatto tante amicizie anche con turisti stranieri, in particolare polacchi e dell’Ucraina, qui a Valona".