LUCA AMODIO
Cronaca

Pecorelli, suspense estradizione. Oggi arriva la decisione di Nordio

Ore di tensione per l’arbitro della sezione di Arezzo: il ministro della Giustizia può salvarlo dalla condanna. Inscenò il suo omicidio dando fuoco alla sua auto, nove mesi dopo venne ritrovato all’isola di Montecristo .

Davide Pecorelli, arbitro della sezione di Arezzo

Davide Pecorelli, arbitro della sezione di Arezzo

Verrà estradato in carcere in Albania oppure il ministro Nordio lo salverà? Il destino di Davide Pecorelli, alias il Conte di Montecristo dei giorni nostri, è appeso alla firma del guardasigilli. Stando alle decisioni dei tribunali dovrà scontare una pena di 4 anni in carcere, in Albania, per aver inscenato la sua morte. Ma la decisione finale è quella del ministro Carlo Nordio. Entro ieri doveva decidere se farlo arrestare e rispedirlo in Albania ma, almeno alle 21 di ieri, nessun provvedimento era stato notificato all’imprenditore dell’Alto Tevere, arbitro della sezione aretina. Però è solo questione di tempo, di ore: tra oggi e domani Pecorelli saprà quello che è il suo destino.

"Sfido chiunque a vivere così, non lo auguro a nessuno, sono preparato se andasse male ma il limbo mi logora", ci ha raccontato ieri Davide. "Come ho passato la giornata? Finchè mi sentite vuol dire che non mi hanno arrestato - ride - ho aspettato a casa con mio figlio, prima sono stato in piscina con lui, per provare a non pensare a nulla".

Ma facciamo un passo indietro. Tutto comincia l’Epifania del 2021. Pecorelli dette fuoco ad un’auto che aveva noleggiato e ci lasciò dentro alcune ossa umane, insieme ai suoi averi. "Doveva sembrare un omicidio", spiegò. Nove mesi dopo lo ritrovarono però in mezzo al Tirreno: "Cercavo il tesoro di Montecristo", disse agli inquirenti che lo fermarono in un gommone in avaria. Una storia assurda che passò - inevitabilmente- anche per le aule di tribunale. Prima quelle albanesi, poi quelle italiane. Il tribunale di Puke il 2 ottobre del 2022 lo aveva condannato per truffa, false dichiarazioni, profanazione di tombe, intralcio alla giustizia, danneggiamento e incendio. Decisione che ottenne il nullaosta dal tribunale di Perugia che aveva sentenziato il via libera all’estradizione; e quindi anche dalla Cassazione che, almeno sul piano giuridico, aveva messo un punto sulla vicenda rigettano il ricorso degli avvocati Massimo Brazzi e Andrea Castori. Storia chiusa? Forse. Al netto della decisione di Nordio, Pecorelli ha anche un altro asso nella manica che è pronto a calare sul piatto al momento giusto. Si tratta di un appello alla Corte europea dei diritti dell’uomo, opzione vista con fiducia anche dai legali stessi. Per ora però Pecorelli aspetta: con il telefono in mano e uno sguardo fuori dalla porta.

Luca Amodio