
Pellet, un’azienda nella bufera Sequestro e stabilimento chiuso Blitz della Finanza in un opificio
di Gaia Papi
Né autorizzazione, né certificati antincendio. Un intero stabilimento, e 34 tonnellate di pellet, sono state poste sotto sequestro. A finire nei guai un opificio di Bibbiena.
E’ il risultato di controlli effettuati dai finanzieri della Tenenza di Poppi, con l’aiuto dei vigili del fuoco e dell’Arpat. Negli scorsi giorni le fiamme gialle hanno scoperto che, in quell’opificio, l’enorme quantitativo di combustibile era stato prodotto, confezionato e posto in vendita in totale assenza delle autorizzazioni in materia ambientale, nonché del certificato di prevenzione incendi. Elemento, questo, fondamentale trattandosi di materiale, oltretutto in grande quantità, altamente infiammabile. Siamo di fronte a gravi carenze rilevate dai militari, in collaborazione con i Vigili del Fuoco e l’Arpat di Arezzo, intervenuti, a seguito di specifica attivazione. Non solo però il sequestro, sotto il profilo penale, di 34 tonnellate di pellet e dell’intero impianto di produzione. Ad essere state sequestrate anche 4 tonnellate di materia prima legnosa (segatura e cippato), stipate all’interno di appositi contenitori, pronte per la trasformazione in prodotto finale.
Infine, sono state riscontrate anche la mancata presentazione della Scia al Comune (il documento che certifica l’inizio attività di un’azienda) e varie irregolarità concernenti la normativa in materia di sicurezza sul lavoro. Per le violazioni in materia di antincendio e ambientali, di carattere penale, il rappresentante legale della società è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Arezzo.
L’attività svolta dalle Fiamme Gialle ha l’obiettivo di garantire la sicurezza e la tutela della collettività, oltre che l’economia sana del territorio provinciale. Sotto la lente di ingrandimento questa volta è finito un mercato, quello del pellet, di cui l’Italia è il maggior consumatore ad uso domestico.
Materiale a cui in molti, durante la crisi del gas dello scorso inverno, avevano ripiegato. Periodo in cui il prezzo era arrivato anche a triplicarsi, dopo 15 anni di prezzi stabili che avevano incoraggiato i consumatori ad acquistare stufe a caldaie, motivati da un costo energetico competitivo rispetto al gas.
Il 2023 è invece iniziato con un forte calo del prezzo, ampliato anche dal provvedimento del Governo che ha abbassato l’Iva sul pellet di 12 punti portandola al 10%.
Proprio in virtù di questa diminuzione, in vista della prossima stagione invernale, l’associazione italiana energie agroforestali ha suggerito di anticipare l’acquisto di pellet ora che i valori del mercato sono così bassi e il prodotto è disponibile in ampia quantità.
Cambiano i prezzi e le politiche di mercato, ma i furbetti, in questo caso del pellet, sono sempre pronti ad approfittarne a scapito dei cittadini e della leale concorrenza. A vigilare le fiamme gialle che, anche questa volta, hanno inferto un duro colpo ad un vendita non a norma. Un maxi sequestro a seguito del quale sono stati messi i sigilli allo stabilimento bibbienese.