L’esasperazione corre sui binari, mentre ai pendolari non resta che arrivare tardi per l’ennesima volta sul posto di lavoro. Ieri quelli aretini sono arrivati a destinazione a Firenze praticamente con un’ora di ritardo. 55 minuti quelli segnalati alla pensilina della stazione di Santa Maria Novella, 55 minuti di conseguenza con cui il treno per Milano centrale si apprestava a partire. Di più forse secondo i testimoni, quei pendolari che ogni giorno per motivi di studio e lavoro sono costretti a fare la spola col capoluogo utilizzando appunto i treni. L’intercity delle 7,32 partito ieri mattina clamorosamente in orario da Arezzo, è arrivato a destinazione un’ora dopo il previsto dopo un dirottamento sulla linea lenta.
"Trenitalia ci ha mandato un’email che parlava di mezz’ora di ritardo e una deviazione di percorso dell’intercity 580 per consentire verifiche tecniche sulla linea – spiega Dimitri Abbado referente del Comitato pendolari aretini - è possibile che ci abbiano dirottato di nuovo sulla linea lenta per effettuare questi controlli, di certo non ci hanno messo il Frecciarossa, perciò non capiamo in pochi minuti quali controlli possano effettivamente aver fatto. Chiaramente le persone sono esasperate, un’ora di ritardo è una cosa folle, soprattutto se pensiamo a quanto spesso accade. La cosa incredibile è che il treno era arrivato ad Arezzo in orario, perciò non ci aspettavamo certo un ritardo del genere".
Ormai le giornate di passione dei pendolari sono diventate settimane da incubo. Su disagi ferroviari, ritardi e guasti che superano ogni volta quelli del giorno prima è intervenuta anche Federconsumatori: "Il governo e Fs intervengano al più presto, con una task force per le emergenze". E’ l’appello lanciato da Federconsumatori. E se ieri mattina i minuti di ritardo sono stati 55, non era andata meglio il giorno prima con altri guasti e disservizi che hanno mandato in tilt diverse linee ferroviarie. Tra chi teorizza sabotaggi e chi minimizza i problemi, l’unica certezza sono i disagi dei passeggeri, che, quando devono viaggiare in treno, hanno ormai la matematica certezza dell’imprevisto.