REDAZIONE AREZZO

Perseguita la moglie fin dentro il convento: maresciallo condannato

Lei spaventata prende i figli e scappa dalle suore ma lui la segue anche lì: quindi il processo

Stalking, donna assediata in casa

Stalking, donna assediata in casa

Arezzo, 7 dicembre 2016 - L'aveva picchiata, maltrattata, offesa, minacciata e non contento si era accanito anche contro i cinque figli. Un incubo iniziato nel 2009 e durato più di un anno. Prima tra le mura domestiche, quando ancora il matrimonio tra i due era in piedi, poi dopo la separazioni, quando le offese e le minacce si fecero ancora più forti.

Protagonista della storia un insospettabile maresciallo dell’esercito italiano, vittima la moglie e i figli. Ieri, il giudice Silverio Tafuro, lo ha condannato ad un anno e sei mesi, aggravando la richiesta del Pm Emilio Bettini di un anno, con l’accusa di atti persecutori (stalking) e maltrattamenti in famiglia. Tutto era iniziato a Padova, dove vivevano. Le giornate trascorrevano tra offese, minacce, botte. Ruppe il timpano alla moglie e il naso ad una delle figlie.

Fino a quando la donna decide di scappare da quell’inferno. Prende i cinque figli e fugge, rifugiandosi a Cavriglia nel convento delle suore Clarisse. Lui, il maresciallo, le trova. Le minacce si fanno più forti. «Te la faccio pagare» continuava a gridarle. Una frase che per mesi e mesi non smette di riecheggiare nelle orecchie della donna. Minacce che arrivano anche alle suore, una in sede di processo racconterà «Mi raggiunse con un messaggio telefonico. Usò parole impronunciabili, dicendo che stavo aiutando una delinquente».

E poi «Non la passerai liscia, e se lo farai ora, dopo andrai all’inferno». Il mareciallo comincia ad avere deliri mistico religiosi, con i quali giustifica le sue azioni. Il processo passa di competenza da Padova ad Arezzo, perché gli ultimi atti persecutori li compie proprio in provincia, a Cavriglia, dove cerca di prendere la residenza per portare avanti la sua persecuzione nei confronti dell’intera famiglia.

Fino ad ieri, quando la sentenza lo ha condannato ad un anno e sei mesi, oltre al pagamento delle spese processuali e dei danni alla moglie. «Nessuna cifra ripagherà questa donna» ci ha spiegato il suo avvocato Stefano Buricchi. «Adesso c’è almeno la soddisfazione di una condanna, che arriva dopo sei anni dagli avvenimenti».