Gaia Papi
Cronaca

Perseguitata per mesi dall’ex, denuncia e chiede aiuto: la “rinascita” di Anna

“La sofferenza è andata di pari passo con la paura, minacce e messaggi senza sosta”. L’incontro con le operatrici di Pronto Donna ha segnato la svolta: “Ho deciso di dire basta e ce l’ho fatta”

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Una foto di repertorio della manifestazione a Torino, per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Arezzo, 27 novembre 2024 – Si chiama stalking, si legge attenzioni non gradite che vanno dalle infinite telefonate, alle lettere, ai continui messaggini fino agli appostamenti, le minacce, gli atti vandalici. “È uno dei reati più diffusi” spiega la presidente di Pronto Donna Ursula Armstrong che nella giornata contro la violenza sulle donne ha parlato dei numeri aretini, di quanto nel giro di un anno siano aumentate di circa un centinaio le richieste di aiuto da parte di donne. Senza distinzione di età, estrazione sociale, di nazionalità.

Tra le numerose storie giunte negli anni al Pronto Donna c’è quella di Anna. “Era arrivata da noi dopo aver già denunciato l’ex compagno per stalking”. Continue chiamate al cellulare, appostamenti, bigliettini lasciati sull’auto. Anna lo trovava ovunque. Tanta era l’esasperazione e la paura che un giorno decide di andare dai carabinieri a denunciarlo. Subito dopo Anna si rivolge al Pronto Donna, si sente in colpa per quello che ha fatto, vuole ritirare la denuncia, non vuole rovinare la vita di quell’uomo, piuttosto è disposta a sacrificare la sua.

Per mesi la sofferenza è andata di pari passo alla paura. Al timore che quelle azioni potessero sfociare in qualcosa di peggio. La cronaca, del resto è piena di storie iniziate con appostamenti, telefonate a tutte le ore e finite nel peggior modo. Nonostante tutti i suoi dubbi, Anna non si lascia bloccare. Continua a seguire il percorso con le volontarie del Pronto Donna, sono loro a darle la forza. La chiave di svolta arriva con una consulenza legale svolta da una delle professioniste di cui si avvale l’associazione.

Attraverso la conoscenza dei suoi diritti Anna capisce che tutto quello che le stava accadendo non era responsabilità sua. Ad un tratto, tutte quelle voci che pervadono molte delle donne che si trovano in questo inferno, in lei svaniscono. Non sente più dentro di sé riecheggiare: “È nervoso perché fa tanta fatica al lavoro, comprendilo. E’ arrabbiato perché non l’hai capito. Dovevi aiutarlo”.

Anna decide di proseguire per vie legali. Il processo si chiude velocemente, al suo ex viene prescritto il divieto di avvicinamento. Nonostante questo, Anna continua ad avere paura di lui, tanto da chiedere il trasferimento al lavoro. È disposta a cambiare vita, qualsiasi cosa, anche tra mille difficoltà, pur di ritrovare la serenità. Una volta ottenuto il trasferimento, Anna sparisce da Arezzo. Cambia vita, si allontana dalle sue paure. E là, lontana, quella vita se la riprende in mano.

Per diverso tempo continua a guardarsi alle spalle quando è da sola in giro. Ogni ombra la fa sobbalzare, e anche il suono dei messaggi riaccende l’ansia. Non è stato facile per lei, c’è voluto una dose di coraggio e di forza. Ma con il tempo è arrivata la svolta.