Cesena, 28 gennaio 2025 – Una storia paradossale di stalking, da guinness dei primati. Un autotrasportatore di 57 anni, Paolo Zignani, che vive a Borello nelle colline di Cesena, è perseguitato da una 36enne e da sua madre, entrambe di Arezzo. Le due donne, indagate dalla procura di Forlì per stalking e procurato allarme, gli inviano a casa servizi non richiesti. Lo sgomento è iniziato all’arrivo dei carri funebri (ben 49 quelli in 5 mesi) che parcheggiano sotto casa di Zignani, con lui che li accoglie incredulo mentre gli operatori gli spiegano che sono lì per ritirare la sua salma. Episodi continui, ben 797 da settembre. Oggi Zignani è stato ospite de ’La vita in diretta’. L’inviata della Rai ha provato a intervistare le due donne senza successo ma ha raccolto una serie di testimonianze in paese che confermano il racconto di Zignani. L’avvocato Pacifico, ha richiesto per le due donne la misura cautelare dell’arresto.
Paolo Zignani come ha reagito quando, aprendo la porta di casa, ha trovato gli operatori delle onoranze funebri chiamati per celebrare il suo funerale?
«Ho pensato a un errore. Mi hanno detto che dovevano ritirare una salma, la mia, per portarla all’obitorio».
E lei?
«Ho chiesto chi li avesse chiamati. Hanno detto che non gli era mai capitato di venire a prendere un morto che era vivo. In 48 ore sono arrivati 49 carri funebri a casa mia, convinti di celebrare il mio funerale. Ad accogliere la cassa mortuaria c’era mia madre, cardiopatica di 84 anni».
Chi ha chiamato le onoranze funebri?
«Due donne di Arezzo, madre e figlia di 36 anni».
Ma perché se la sarebbero presa con lei?
«Non lo so. Le conosco di vista. Non ho mai scambiato una parola con loro, nessuna confidenza, nessun contatto. Per un periodo ho abitato nel paesino dove vivono loro, a Badia Prataglia, e le vedevo per strada. Le due donne, sempre molto trasandate e non curate, hanno preso di mira altre persone senza una ragione. Sono folli, sono l’incubo del paese, insultano le persone mentre passeggiano. Ma negano ogni accusa».
Le ha denunciate?
«Sì. Per atti persecutori e procurato allarme».
La Procura ha disposto misure cautelari?
«È stato tolto loro il telefono, disposta la libertà vigilata per la più giovane e l’obbligo di sottoporsi a cure psichiatriche per entrambe. Ma si sono procurate un altro smartphone ed è ricominciato il bombardamento. In tutto sono arrivate 797 persone a casa mia. Dalla denuncia è scattato il codice rosso per maltrattamenti».
Chi altro si è presentato alla sua porta?
«Per 80 volte sono arrivati operai che non avevo chiamato, imbianchini per pitturare casa, muratori per eseguire interventi che non avevo chiesto, taxisti, giardinieri, fiorai, rappresentanti di materassi, pompieri per spegnere un incendio, ambulanze con i soccorritori allertati per arresto cardiaco, agenti immobiliari che pensavano la mia casa fosse in vendita. Poi corrieri con 700 pacchi mai ordinati, abiti da sposa, confetti, bomboniere dove c’era scritto il mio nome e quello della 36enne, consegne di pizze, vini da tutte le parti d’Italia».
Ha mai parlato con queste due donne?
«No, ho anche bloccato i loro numeri perché mi chiamano a qualsiasi ora. Ora sono seguito dall’avvocato Raffaele Pacifico, che ha chiesto per le due stalker la misura cautelare dell’arresto o il ricovero in una struttura psichiatrica. Ma non è servito a niente».
L’ultima trovata riguarda gli appuntamenti sessuali…
«La 36enne ha creato un profilo su un sito di incontri dicendo di essere mia moglie. Uomini, poco raccomandabili, si sono presentati a casa mia pretendendo rapporti sessuali a pagamento».
Lei ha anche lasciato il suo lavoro per non lasciare sua madre a casa da sola…
«Vivo una situazione che psicologicamente non è più sostenibile. I carabinieri sono anche stati chiamati da questa voce femminile che sosteneva di essere mia moglie e che diceva che era in casa e la stavo picchiando. Ma io non sono sposato e la mia compagna purtroppo è morta».