Gli ha chiesto una sigaretta, poi gli ha rubato il tabacco e ancora il telefono. Intanto sono volati insulti omofobi e parole grosse fino a quando ha iniziato a pestarlo con calci e pugni. E tutto è successo davanti la stazione di Arezzo, nell’orario di punta: quello in cui i pendolari e gli studenti tornano a casa (senza contare i turisti che arrivano in città per il Natale in centro). Niente: nessuno ha mosso un dito per fermare la lite e prendere le difese del ragazzo che alla fine è dovuto andare al pronto soccorso per farsi medicare. "Non si può nemmeno mangiare un panino in salta pace", ci racconta mentre è in attesa al San Donato. Saranno venti i giorni di prognosi per lui: la Tac ha evidenziato un trauma cranico e ha il corpo . L’aggressore, un diciannovenne italiano con precedenti, è stata acciuffato dalla polizia nel giro di poco: adesso è in carcere con l’accusa di rapina e lesioni personali.
Manca un quarto d’ora a mezzogiorno. Qualche ragazzetto è già uscito da scuola, forse mancava il prof dell’ultima ora. Altri hanno finito il turno e si avviano alla stazione. Seduti a quei tavolini nella zona c’è anche Gabriele (nome di fantasia), di Arezzo, 17 anni. "C’era lo sciopero dei treni, quindi abbiamo deciso di fermarci a mangiare qualcosa qui nei paraggi prima di tornare a casa". Con lui ci sono alcune amiche. Arriva un ragazzo e gli chiede una sigaretta. Lui non ce l’ha ma quello la prende male e gli ruba il pacchetto di tabacco che ha sul tavolo, poi se ne va. Gabriele fa finta di niente, capisce la situazione e preferisce lasciare stare.
Però poi partono le offese e gli insulti omofobi, dovuti - si fa per dire - al fatto che era seduto al tavolo con tre ragazze. "Devi bruciare", ha detto tra le altre cose l’esagitato. Poi è tornato indietro e non pago di quello che aveva fatto gli ha preso anche il cellulare. Gabriele ha detto basta, si è alzato e lo ha rincorso per riprendere il suo telefonino. Al facinoroso non è andata bene. Sono partiti i calci e i pugni. Il ragazzo ha provato a difendersi ma poi ha avuto la peggio.
Intanto chi era lì intorno ha fatto finta di niente. Eppure la stazione era piena. Tra gli studenti che tornavano a casa, i lavoratori che si stavano dirigendo alla stazione e i turisti (tanti) che arrivavo in città per il fine settimana di festa. Nessuno ha mosso un dito eppure tanti se ne sono stati lì a guardare. "Non è possibile che una persona già conosciuta e che è nota per quello che ha fatto arrivi e mi picchi in questo modo, volevo fare una giornata diversa in compagnia ma non si può nemmeno mangiare un panino in santa pace". E sottolineiamo che è accaduto ieri, venerdì, alle 12:30 in pieno centro. rabbia e delusione anche nelle parole della mamma: "Nessuno è intervenuto per difenderlo".
Nel frattempo le amiche erano riuscite a chiamare i soccorsi. Al che sono arrivati i soccorsi con la Croce Bianca di Arezzo, insieme alla Polfer e le volanti della Questura. Il ragazzo è stato trasferito con l’ambulanza al pronto soccorso di Arezzo. Al San Donato i medici hanno giudicato le sue ferite guaribili con 20 giorni di prognosi ma con la Tac hanno evidenziato un trauma cranico. Il suo corpo è pieno di lividi, è stato colpito anche al volto.
Ma nel mentre la polizia aveva già sgamato il 19enne che aveva provato a nascondersi della zona. Sperava di farla franca e invece è finito in manette dopo pochi minuti. Si tratta di un giovane italiano poco più che maggiorenne. Ha 19 anni ed è noto alle forze dell’ordine per altri precedenti. Così è stato arrestato dagli agenti e adesso si trova alla casa circondariale di Arezzo con l’accusa di lesioni personali e rapina.