I picchiatori sono stati tutti individuati e denunciati. I carabinieri contestano alla baby gang di Foiano la rapina ma il capo d’imputazione potrebbe forse diventare anche quello di associazione a delinquere, come accaduto per la cerchia di Montana che terrorizzò Arezzo tra il 2021 e il 2022 tra aggressioni e rapine. Sono sempre giovani, giovanissimi, i protagonisti del pestaggio di lunedì: erano in cinque e con martelli, chiavi inglesi e botte hanno mandato in rianimazione un 22enne bangladino.
Forse per soldi ma l’ipotesi regge fino ad un certo punto. Nel bottino del ragazzini violenti, alcuni minorenni, sono finite le banconote dello straniero, 150 euro totali. Ma questo è l’unico elemento a sostegno della tesi ed è per questo che i militari dell’Arma stanno tenendo in considerazione ogni altra pista. Dietro potrebbe esserci altro. Gli investigatori non parlano, la faccenda è delicata, ci sono minori, e anche la procura di Arezi pretende il riserbo massimo.
Il titolare del fascicolo è il pm Marco Dioni che sta coordinando il lavoro della stazione carabinieri di Foiano insieme alla compagnia di Cortona. Già giovedì uno dei presunti aggressori era stato individuato dagli inquirenti. Tutto era stato ripreso dalle immagini di videosorveglianza e anche gli aggressori sono stati visti da alcuni negozianti, testimoni poi sentiti in caserma per chiudere il cerchio. Dal primo è stato facile acciuffare gli altri compagni di botte. Il primo che è stato rintracciato è un minore: ha 17 anni, abita in un comune vicino e ha alle spalle qualche precedente di polizia. Gli altri amici vivono nel paese del carnevale, sono tutti italiani, alcuni sopra altri sotto i 18, più o meno tutti già noti alle forze di polizia ma non per episodi di questa gravità.
Era il primo pomeriggio di lunedì. Sono le 15:30. Il giovane 22enne del Bangladesh sta camminando tra viale Resistenza e via dei martiri della libertà, in un parco a pochi passi dal cuore del centro storico. Un gruppetto di cinque giovani (non sei come sembrava) inizia a colpirlo a colpi di martello, chiavi inglese e altri oggetti contundenti. Materiale che la gang aveva nei motorini e il che fa pensare a qualcosa di poco improvvisato. Ma tutto è da verificare. La vittima non è stata ancora sentita dai carabinieri. Anche perché si trova ancora in terapia sub intensiva al San Donato di Arezzo dove è arrivata nel pomeriggio di lunedì. Dopo averle prese ha provato ad allontanarsi con le sue gambe ma le ferite erano troppo profonde: ha chiamato l’ambulanza e si è fatto portare al pronto soccorso. Rimane ricoverato in terapia sub intensiva con prognosi riservata. È grave ma non è in pericolo di vita.