Arezzo, 24 giugno 2021 - La sagra è finita, andate in pace. No, finita finita ancora no: tanto è vero che le feste paesane sotto traccia stanno ripartendo. Avevamo anticipato l’ok a quella dei tartufi a Chiusi della Verna, a ridosso di Ferragosto ma già domani torna in pista quella di Tegoleto. Senza ballo, come le discoteche, senza musica ma con i piatti tipici di sempre, nana e ocio in testa.
Però nel comune di Arezzo tutto slitta: ieri la commissione prima si è divisa sul presidente, due candidati di maggioranza tra i quali alla fine ha prevalso Alessandro Calussi, e poi si è aggiornata. Una settimana? No, al 3 agosto, come dire a stagione non finita ma avanzatissima. Quindi? C’è da approvare il calendario, fatto sulle domande presentate addirittura a ottobre. L’assessore Simone Chierici è disposto a portarlo comunque in giunta, anche se poi è virtuale: per ora di domande nuove non ce ne sono.
E forse nessuno le presenterà, ma anche perché l’aggiornamento del regolamento è legato alla commissione. I commercianti, in finestra sulla vicenda politica, chiedono il rispetto scrupoloso delle regole per non creare squilibri con i ristoranti, gli organizzatori delle feste uno scenario nel quale almeno provare a ripartire. La parola d’ordine di tutti, nessuno escluso.
Chi sembra esserci riuscito sono i ristoratori, sia pur al netto di bilanci comunque in rosso per la lunga chiusura. «Ad Arezzo – spiega il presidente Federico Vestri – ci appoggiamo sugli aretini più che sui turisti. E questo ha rafforzato la nostra resistenza: vi assicuro che la mortalità delle imprese è bassissima rispetto a Firenze e altre realtà».
Però una mortalità c’è stata o almeno c’è una frangia di locali, effettivamente non estesa, che non ha riaperto. Il nome più famoso è quello della «Buca di San Francesco», ristorante negli anni di tanti vip passati in città. Il portoncino da cui sorrideva Chaplin è sbarrato: mesi fa la proprietà aveva assicurato di lavorare ad una ripartenza e che la fine non era ancora scritta. Vedremo.
Altri locali che per ora non hanno riaperto dopo i mesi dei divieti sono «La Pala d’Oro» alla Catona e il Messicano «Mexcal» nella zona di via Pietri. Ma almeno per ques’ultimo il titolare è proprio Vestri, che getta acqua sul fuoco. «Siamo in una fase avanzata dell’estate, il momento migliore per un’attività come quella: ma stiamo cercando partner per rimetterla in piedi anche subito, di sicuro presto riprenderà». E del resto lui ne ha di fresco aperta un’altra («Pokeyou») sempre in via Crispi.
Di massima la resistenza migliore è quella dei locali del centro, dove la tenuta rischia di scricchiolare è in periferia, come spesso succede dopo i momenti di crisi. Centro nel quale il tema resta quello della movida e a tratti della malamovida. Ormai l’accordo voluto dal sindaco Alessandro Ghinelli, il patto etico contro l’alcol, è fatto. Il testo è stato definito e limato nei particolari, nei prossimi giorni dovrebbe esserci la firma.
I nodi restano quelli noti: occhio a chi chiede l’alcol (anche controllandone la carta d’identità), servizi solo al tavolo e al bancone come è attualmente, la leva dei prezzi no ma l’impegno a non praticare politiche commerciali che possano incentivare l’abuso di alcol. Il tutto condito con i contorni di una vera e propria campagna, dalle vetrofanie con loghi uguali per tutti fino agli steward rafforzati intorno ai locali.
Prossima prova del fuoco domani, la prima data di weekend dopo l’abolizione del coprifuoco. Sabato a tenere tutti sotto controllo dovrebbe bastare l’Italia: sempre che l’eventuale vittoria non venga annaffiata con la tequila.