Cento anni dalla nascita di Enzo Piccoletti. Un aretino verace, nato in Fontanella il 30 marzo del 1925 e scomparso il 3 febbraio 1996. E vissuto per tutta la sua vita nel cuore del suo quartiere, Porta Sant’Andrea. In piazza san Giusto aveva casa e la sua bottega di "meccanico di biciclette", come amava definirsi, era in via Trento Trieste, a pochi passi anche dalla sede biancoverde di via delle Gagliarde. Questo il suo regno, dove subito dopo la guerra ha cercato di ricostruire e far ripartire la Giostra insieme a tanti appassionati di altri quartieri. Giovanissimo partecipò attivamente alla Resistenza, unitamente ai propri fratelli, tra cui Dino, che cadde nei giorni della liberazione di Arezzo. Dopo il terremoto in Friuli, nel 1976, fu tra gli animatori del "Ponte della Solidarietà Arezzo - Montenars", iniziativa che coinvolse anche i quartieri della Giostra e che portò soccorsi e aiuti al piccolo comune friulano. Stessa iniziativa ebbe luogo anche nel 1980 dopo il terremoto in Irpinia. Impegnato sin dal 1944 in politica con il Pci, è stato consigliere della circoscrizione "Trento Trieste". Amava profondamente il suo lavoro e la sua bottega era punto di riferimento per tanti aretini.
Lì andava spesso "L’Agostina", una signorina che vestiva con una tuta di pelle nera e che con il suo motorino sfrecciava nella rotonda di piazza Guido Monaco, "piegando" come i campioni delle due ruote. Da lui si fermava gente di ogni quartiere per parlare di Giostra e tanti altri per discutere di politica. Ed Enzo Piccoletti accoglieva tutti. Ascoltava e diceva la sua. E trovava pure il tempo per aggiustare ogni tipo di bici e motociclo. Enzo Piccoletti è stato poi la memoria della nostra città. Ha scritto tanti interessantissimi libri da "Terra d’Arezzo un cantico" (due edizioni) ai racconti "Dalla Sputaci al Balena", dove ha raccontato la storia di Arezzo, in particolare quella del dopoguerra. Le nuove industrie, lo sviluppo edilizio, la nascita delle periferie. E in questa nuova città tanti personaggi tipici, che non avrebbero sicuramente trovato spazio nei libri di storia. Il Balena che vinse la scommessa tra i più bugiardi, il Pallino che finiva in carcere ogni volta che veniva rubato qualcosa e che sempre protestava "con la mi’ patente c’è vanno tutti a caccia", il Piuvischela, l’Angiolina e tanti altri.
L’altra grande passione di Enzo Piccoletti è stata la Giostra. Capitano del Quartiere di Porta Sant’Andrea dal 1960 al 1975 ha vinto quattro lance d’oro. Dopo la morte di William Monci, nel 1970, ricostituì il gruppo Musici. Ha anche fatto parte della Magistratura della Giostra del Saracino ed infine è stato rettore onorario di Porta Sant’Andrea. E domenica Porta Sant’Andrea lo ricorda con una cerimonia ufficiale. Alle 10.45 omaggio alla sua tomba. A mezzogiorno in piazza San Giusto risuoneranno i tamburi e le chiarine del Gruppo Musici, alle 13 nella Sala d’Armi a lui intitolata ci sarà il "Pranzo del Centenario", un momento conviviale con ricordi, foto e aneddoti. "Sarà un giorno di memoria, orgoglio e appartenenza per ricordare insieme un uomo che ha scritto la storia di Porta Sant’Andrea e di Arezzo - commenta il rettore biancoverde Maurizio Carboni - un simbolo e un esempio per tutti".