
Leonardo Pieraccioni e Natalia Estrada
Arezzo, 8 agosto 2019 - "Eppure IO in questo posto ci sono già stato". Un video e poche parole postate sulla sua pagina ufficiale Facebook e Leonardo Pieraccioni e il Valdarno tornano indietro di 23 anni, al momento in cui uscì di uno dei film cult degli anni ‘90, «Il Ciclone», ambientato in diversi luoghi della vallata e della provincia di Arezzo. Ma quello davanti al quale si è fermato tre giorni fa il popolarissimo attore e regista rappresenta il simbolo di una pellicola le cui battute quasi tutti noi conosciamo a memoria: la colonica della Giuncaia, nella tenuta della Fattoria Monsoglio di Laterina, dove viveva la famiglia Quarini, il babbo Osvaldo, ovvero Sergio Forconi, con i figli Libero (Massimo Ceccherini), Selvaggia (Barbara Enrichi) e naturalmente Violante interpretato dal comico fiorentino.
Proprio lì, infatti, si ferma il pulmino con le ballerine spagnole di flamenco che dovevano raggiungere un agriturismo e invece si ritrovano nel «casolar de noattri». Dove prima della burrasca che sconvolge la vita di una famiglia contadina da sempre si pranzava a mezzogiorno e si cenava alle 19.20. E pure l’amarcord è realizzato sul filo dell’ironia, la cifra distintiva di Pieraccioni, partendo da un primo piano del suo volto, abbronzato e con la barba incolta, e ruotando poi la minicamera dello smartphone verso il caratteristico edificio leopoldino, set ideale per le riprese, quasi fosse protagonista di un déjà vu. Una location rimasta, lei sì, praticamente identica a 23 anni fa anche perchè nel 2016, in concomitanza con il ventennale dell’uscita del film, fu restaurata dai proprietari. E chissà se questo flashback all’insegna del ricordo non possa preludere alla realizzazione di un progetto del quale si è parlato più volte, il sequel della pellicola che fu campione d’incassi portando al cinema l’Italia intera e segnando uno dei momenti più alti del gradimento della comicità made in Tuscany. L’ipotesi fu ventilata pure durante la cerimonia di consegna del Gonfalone d’Argento, il prestigioso riconoscimento promosso dal Consiglio Regionale della Toscana, a Pieraccioni per l’eccezionale risonanza dell’opera in celluloide anche a distanza di due decenni.
Un «Ciclone bis» è caldeggiato anche dal popolo del web che a suon di commenti entusiastici ha visualizzato il velocissimo filmato, appena 10 secondi, ben 250 mila volte. Nell’attesa è tornato a consolidarsi un feeling con il Valdarno di fatto mai interrotto se si pensa che anche il successivo «Fuochi d’Artificio», del 1997, comprese qualche scena girata nel comprensorio.