SANDRA
Cronaca

Piero, mille misteri dietro la morte. Mai ritrovati la tomba e il corpo. La prospettiva che spacca un’epoca

Il metodo di rappresentare lo spazio ne richiama le doti da geometra indicate da Vasari ne Le Vite. Mappa celeste in una scena degli affreschi, data simbolica della fine sullo sfondo della scoperta dell’America.

Il metodo di rappresentare lo spazio ne richiama le doti da geometra indicate da Vasari ne Le Vite. Mappa celeste in una scena degli affreschi, data simbolica della fine sullo sfondo della scoperta dell’America.

Il metodo di rappresentare lo spazio ne richiama le doti da geometra indicate da Vasari ne Le Vite. Mappa celeste in una scena degli affreschi, data simbolica della fine sullo sfondo della scoperta dell’America.

Marraghini

Intorno al 1472, Piero, "il miglior geometra dei tempi suoi (Vasari)", redige il più famoso dei suoi trattati il De propsectiva Pingendi, primo della storia moderna sulla prospettiva. La Prospettiva è un metodo di rappresentazione dello spazio, unita al colore conferisce alla pittura un effetto fotografico, un effetto magico e dirompente per gli uomini del Rinascimento. Pensiamo la meraviglia dei contemporanei di fronte alla Trinità di Masaccio o alla Flagellazione di Piero, dopo secoli di rappresentazioni senza profondità e proporzioni corrette. L’uomo sembra risvegliarsi con un nuovo entusiasmo di conoscere il mondo attorno a sé, per osservarlo in tutta la sua grandezza e bellezza. Andando al nocciolo, Pittura e Prospettiva fanno Fotografia consentendo di descrivere e documentare la realtà: così gli sfondi pittorici divengono descrizioni paesaggistiche dalle connotazioni geografiche, le piante, i fiori risultano descrizioni botaniche e i volti sono ritratti di personaggi reali, come nelle carte d’identità. Anche la navigazione non sarebbe potuta progredire senza lo sviluppo della geometria, senza la competenza nel redigere mappe celesti e di rappresentare la terra in carte geografiche.

Nel 1439 l’arrivo dei Paleologhi bizantini a Firenze con la corte di intellettuali e con i preziosi codici consentirà la trasmissione all’Occidente della scienza andata perduta dell’Ellenismo che l’Oriente aveva conservato, che è la scintilla che infiammerà il Rinascimento. I Bizantini cercano l’accordo per organizzare una nuova crociata contro gli Ottomani che stanno avanzando verso Bisanzio, ma questo aiuto non avverrà e l’impero crollerà nel 1453. Questo è uno dei grandi soggetti della pittura di Piero. La via della seta che per secoli aveva garantito il commercio tra Oriente e Occidente non è più percorribile e incombe la necessità di imparare a navigare gli oceani per raggiungere le Indie e rifornirsi di spezie e materie pregiate.

Come scrive nel 1474 (18 anni prima del 1492) nella sua lettera per Isabella di Castiglia il cosmografo Toscanelli alla corte dei Medici: "buscar l’oriente per l’occidente", ovvero navigare l’Atlantico verso ovest per circumnavigare la terra e Colombo lo farà trovando l’America. Una cosa è certa, senza il progresso della geometria e della capacità di rappresentare lo spazio, senza saper effettuare misurazioni, mappe celesti e di navigazione non è possibile attraversare gli oceani. Spesso la ricerca è guidata dai poteri economici e questo spiega tanta determinazione dei principi e i signori delle corti quattrocentesche, che gareggiano nella ricerca di codici scientifici andati perduti, per recuperare quell’antica conoscenza, investendo molto per il loro ritrovamento e traduzione.

È un caso che il Quattrocento si apra con la sperimentazione della prospettiva a Firenze e termini con la scoperta dell’America e la morte di Piero della Francesca il più grande geometra dei tempi suoi, come lo celebra Vasari nelle Vite?

Vasari a proposito di Piero: "Et avvegna che il tempo che è il padre della verità, o tardi o per tempo la faccia pur ritornare in luce", ... e come in un annuncio prodigioso è tornato alla luce un Piero oltre che geometra, anche astronomo. In occasione dei restauri in San Francesco, sul cielo di Costantino si è svelata una mappa astronomica. Piero si sarebbe rifatto alla mappa celeste di Sagrestia Vecchia a Firenze, dove sulla volta emisferica è riprodotto un cielo così come l’uomo lo vede sopra di sé. Vasari nelle Vite a proposito del notturno del Sogno di Costantino precisa: …"Pietro fa conoscere in questa oscurità quanto importi imitare le cose vere, e lo andarle togliendo dal proprio...".

Dove "togliere dal proprio" significa riprendere da un proprio lavoro, non dobbiamo chiederci quale sarebbe stato il precedente lavoro astronomico di Piero da cui avrebbe ripreso la mappa celeste? Siamo certi che il più grande geometra dei tempi suoi non c’entri nulla con le mappe fiorentine?

Non avrà dipinto le figure, ma per la redazione geometrica di certo sarebbe stato il più qualificato. Il mistero avvolge ancora la figura di Piero di cui non conosciamo la data di nascita e il perchè Vasari l’abbia chiamato della Francesca dal nome della madre, mentre sappiamo che la madre si chiamava Romana. Per assurdo a proposito della sua vita conosciamo solo la data della morte, o più precisamente quella che risulta registrata nel libro dei morti della Fraternita di Sansepolcro, il 12 ottobre 1492, il giorno della scoperta dell’America. Siamo sicuri? No nemmeno di quella.

La scritta non segnala nessuna particolare menzione quasi Piero fosse una persona qualsiasi e non il grande personaggio già riconosciuto dai suoi contemporanei. Mancano la tomba e i resti di Piero, che sono scomparsi; manca la documentazione della sepoltura, che per sue disposizioni dovrebbe essere in cattedrale, manca la documentazione dell’apertura del testamento e dell’eredità. Una damnatio memoriae che Vasari nell’incipit della vita di Piero denuncia con vigore essere già avvenuta ai suoi tempi e che continuerà fino alle soglie del Novecento.

In conclusione: una semplice menzione, anche se fosse un’autentica scritta dell’epoca, non è detto che racconti il vero. Abbiamo infine un’indiscutibile testimonianza è di Luca Pacioli, che il 10 novembre 1494 (più di due anni dopo il 12 ottobre 1492) pubblica nel suo Summa de Aritmetica presiedendone personalmente la stampa, che il maestro è ancora vivente. È veramente morto Piero il 12 ottobre 1492 o si tratta di un indizio, una sorta di cerca trova per consentire di riportare alla luce il ruolo del maggior geometra dei tempi suoi in una delle scoperte più grandi che abbiano mai prodotto la geometria e l’astronomia: la conoscenza geografica dell’America e di tutta la terra.