"Non c’è più il centrodestra, esiste la destra". Polcri rilancia e chiude la porta. Quella che la sua ex coalizione ancora venerdì aveva lasciato aperta, giusto uno spiraglio per la verità, in attesa di un segnale definitivo dal presidente. Che è arrivato senza troppo attendere. Ai microfoni di Teletruria, Polcri rispedisce nel campo della maggioranza di un tempo, le "responsabilità" dello strappo che pare difficile ricucire. Il rinvio "forzato" del documento unico di programmazione, per l’assenza dei consiglieri del centrodestra e l’incognita sul voto degli eletti del centrosinistra (Pd e Patto Civico) ha irritato il presidente della Provincia: Che non usa giri di parole: "La spaccatura non nasce dal sottoscritto ma all’interno delle elezioni del consiglio" perchè "a settembre la l’esito del voto ha fatto sì che non ci sia stata una maggioranza in consiglio. Di fatto, nessuno ha vinto le elezioni e questo credo sia un elemento importante sul quale dovrebbe ragionare la politica, non il presidente della Provincia". Polcri va per la sua strada rilevando come "evidente", l’esistenza di un "problema nel centrodestra e per questo io sono diventato il capro espiatorio". In altre parole "le difficoltà della coalizione si sono acutizzate su una persona. Ritengo che la politica non si faccia contro le persone o le istituzioni ma sui temi". Fine della storia? Al momento la porta è chiusa. E resta chiusa anche dalle parti del Pd che non ha alcuna intenzione di fare da stampella al presidente. Lo dice chiaro Barbara Croci, segretaria provinciale dem che attacca gli avversari e motiva il voto di venerdì. "I consiglieri di centrodestra disertano l’aula facendo mancare la maggioranza sul voto a una variazione del Dup che introduceva il progetto di riqualificazione di una importante scuola di Arezzo, città da loro stessi amministrata. Siamo all’assurdo". L’effetto, rileva Croci, è che "Polcri è costretto a ritirare il punto e questo basta e avanza a dimostrare che non ha il sostegno del gruppo del centrosinistra che era presente, altrimenti lo avrebbe portato in votazione e approvato. Far passare come un posizionamento politico il voto a singoli atti e progetti che non hanno valenza strategica o di programmazione e che nel merito sono del tutto condivisibili, è un’operazione in malafede, di falsità e scorrettezza politica".
Di qui l’affondo: "Nel centrodestra è in atto una lotta di potere ai danni delle istituzioni e dei territori". Ma l’altolà di Croci vale anche per il presidente: "Polcri non scambi la serietà del nostro modo di stare in consiglio provinciale con un segno di fiducia ritrovata o disponibilità nei suoi confronti. Tutt’altro, stiamo assistendo ad un teatrino indegno che denunciamo da mesi".
Lucia Bigozzi