LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Polcri, pontieri al lavoro. Dimissioni concordate entro marzo poi il voto. Staffetta con Vagnoli?

Coalizione impegnata a ricucire lo strappo con il Carroccio: vertice giovedì. Tra i papabili tutti i sindaci neoeletti. Ghinelli regista del percorso unitario.

Polcri, pontieri al lavoro. Dimissioni concordate entro marzo poi il voto. Staffetta con Vagnoli?

Coalizione impegnata a ricucire lo strappo con il Carroccio: vertice giovedì. Tra i papabili tutti i sindaci neoeletti. Ghinelli regista del percorso unitario.

Ci si siede al tavolo con un menù - politico - ricco di portate. Al centro il dopo-Polcri in una road map condivisa anche dal presidente della Provincia che in questa partita vuole giocare un ruolo da protagonista. E del resto, è comprensibile considerato che proprio lui dovrebbe fare il passo indietro e rinunciare a completare il mandato almeno un anno prima della scadenza naturale. Così sancisce il patto per ora confermato dal blocco maggioritario della coalizione, con la Lega in evoluzione e più incline alla linea dialogante.

Un patto siglato dallo stesso Polcri al tavolo del centrodestra con convocato dal sindaco Alessandro Ghinelli, regista della ricucitura tra le diverse sensibilità in nome dell’unità della coalizione. E pure giovedì nel vertice fissato a Palazzo Cavallo, punterà a fare sintesi e a tenere tutti dentro. Non è il solo, per la verità, a puntare dritto all’obiettivo perchè il primo partito della coalizione, Fratelli d’Italia, lavora nella stessa direzione esattamente come Forza Italia e l’area moderata dei civici che fa capo a Lucia Tanti. Primo obiettivo: condividere con Polcri metodo e tempi del passo di lato e ragionare su un candidato presidente che raccolga il placet di tutti. Perchè a questo punto, a meno di sorprese dell’ultima ora, il patto tiene e "nessuno può permettersi di tornare indietro", avvertono dai ranghi della maggioranza, in quella folta schiera di "colombe" e pontieri che lavorano pancia a terra per arrivare in fondo al percorso, immaginando uno scenario possibile: dimissioni di Polcri a marzo per poi andare al voto a maggio.

Intorno a questo "chiodo" girerà il ragionamento nel vertice di giovedì. La rosa dei papabili è ampia, tanto quanto il numero dei sindaci di centrodestra eletti nel turno di giugno: si va da Filippo Vagnoli, dato dai più in pole position, e Marco Ermini, a Luca Santini, Claudio Marcelli solo per citarne alcuni. Nell’elenco ci sono anche Mario Agnelli e Luciano Meoni che, a ben guardare, difficilmente potrebbero dare la disponibilità alla candidatura, considerando la netta opposizione a Polcri e pure al "metodo inclusivo" del centrodestra. E Mario Agnelli lo certifica: "Escludo categoricamente la mia disponibilità alla candidatura. Ritengo la Provincia un ente necessario ma non rappresentativo nella funzione attuale" e ribadisce la necessità della riforma con il voto diretto dei cittadini. Il sindaco di Castiglion Fiorentino non siederà al tavolo ma ci sarà il suo vice, Devis Milighetti lo stesso che non ha lesinato critiche a Polcri il giorno dell’assemblea dei sindaci nella Sala dei Grandi. Tuttavia, al’atteggiamento è orientato all’ascolto: "Si tratta di ascoltare se esiste una volontà di correggere il tiro o se vogliono perseverare. Nel primo caso, penso che abbiamo bisogno di esercitare il nostro ruolo".

Ma sui sindaci–falchi "pesa" il non voto per il rinnovo del consiglio provinciale e questo è un aspetto che dai ranghi della maggioranza si fa notare nell’equilibrio delle componenti. Perchè "continuare nella linea oltranzista significa mantenere Polcri al suo posto" è la controlettura. Ma al di là delle diverse sensibilità, il vertice di giovedì rappresenta un giro di boa per la coalizione, sia nell’ottica del dopo-Polcri sia nell’orizzonte più largo delle prossime tornate elettorali. Intanto si riparte dalla Provincia con un risultato che in molti rivendicano: "L’aver scavato un solco profondo tra Polcri e il centrosinistra, compreso il gruppo di Donati".