LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Ponte fuori uso da 3 anni, serve attraversare una mulattiera per raggiungere la chiesa. E la sposa arriva in jeep

L’ odissea di San Gianni quasi al capolinea: il Comune annuncia i lavori e allarga la strada sterrata In scena l’ultimo paradosso. "Ci siamo conosciuti qui" dice la coppia felice con don Arialdo

Anna e Michele nel giorno del loro matrimonio. Alle loro spalle il ponte chiuso

Anna e Michele nel giorno del loro matrimonio. Alle loro spalle il ponte chiuso

Arezzo, 25 agosto 2024 – La sposa arriva in jeep. C’è da attraversare una mulattiera, l’unica via fatta di terra e sassi, che porta alla chiesa di San Gianni. Il ponte è blindato, così da quasi tre anni: recinzioni di metallo e jersey di cemento chiudono il passaggio. Un ponte che attraversa il torrente Torbellino e lega la Marecchiese alla piccola frazione di Sestino. Fondamentale per ogni necessità quotidiana. Il crollo parziale, nell’autunno 2021, aveva costretto il sindaco alla chiusura del passaggio. E il parroco don Arialdo Ruggeri, 92 anni, a percorrere la mulattiera ogni domenica al volante della sua Panda bianca, per andare a dire messa a San Gianni. Lui è in pensione e vive nella casa del clero di Rimini, ma non abbandona la parrocchia che ha guidato per oltre sessant’anni. "Conosco tutti qui, ho battezzato oltre trecento bambini" racconta fiero, accogliendo Anna e Michele che lo hanno voluto al loro fianco nel giorno più bello. E lui concelebra il matrimonio insieme al parroco di Sestino, don Absolom.

Ma quel ponte, a pochi passi dalla festa, resta una ferita per tutti: compresi gli invitati alle nozze con le auto imbiancate dalla polvere della mulattiera, parcheggiate in fila indiana a un passo dall’antica pieve.

Finora, l’alternativa all’isolamento, è stata la via stretta e scassata dove si fa fatica a passare e dove, quando piove, il carro funebre è preceduto dalla ruspa a fare da apripista, per raggiungere il piccolo cimitero, vicino alla chiesa, il giorno del funerale di un parrocchiano. "Questo ponte è importante non solo per la comodità dei collegamenti, ma anche per rilanciare il luogo, in estate attraversato da molti turisti: qui passa il cammino di San Francesco che conduce alla Verna. Qui c’è un chiosco che rappresenta un punto di ristoro e di riferimento per chi ci abita e per i visitatori. Nel nostro comune abbiamo una autentica chicca ma non se ne curano come dovrebbero", dice Anna, neolaureata e con il sogno dell’insegnamento in tasca.

Michele rilancia la sollecitazione: "Per consentire agli ospiti di partecipare alla cerimonia, abbiamo chiesto al Comune di sistemare la strada. È stato fatto ma se c’era il nostro ponte aperto, sarebbe stato tutto più semplice". Un dossier aperto da tempo sul tavolo del sindaco Franco Dori che ha seguito passo passo l’iter per ripristinare il manufatto e in questi anni si è caricato il peso sulle spalle cercando vie sicure, tra Firenze e Roma, per portare a San Gianni le risorse necessarie a ritirare su quel ponte. Otto mesi fa l’annuncio, proprio nella chiesa, davanti alla gente di San Gianni: i finanziamenti ci sono, il cantiere partirà. Ora si profila l’avvio dei lavori, previsti nelle prossime settimane. Lavori attesi da residenti e allevatori che da quel ponte passano per raggiungere campi e pascoli. Lo stesso ponte che don Arialdo ha benedetto nel 1957 e oggi guarda con amarezza ma senza rassegnazione: "È proprio una sofferenza vederlo chiuso. Speriamo che i lavori si facciano al più presto, abbiamo atteso finora ma la prospettiva di entrare nel terzo anno dalla chiusura del ponte con l’autunno alle porte, francamente ci preoccupa", sospira mentre risale sulla sua Panda e imbocca la mulattiera.

«Don Arialdo è una di quelle persone che c’è sempre; la conosci e fa comunità. Volevamo che fosse qui con noi, perché la parrocchia che ha guidato per tanti anni, è un pò la sua", spiega Anna. Che qui, nella canonica ha incontrato Michele sette anni fa: "Frequentavamo un corso di fisarmonica insieme ad altri giovani e ci siamo innamorati". Poi la promessa di una vita insieme, in un giorno splendido, di sole e gioia, all’ombra del ponte ko.