Arezzo, 15 ottobre 2020 - "Nonostante le accortezze che abbiamo avuto sia a casa che al lavoro durante questo periodo di emergenza, purtroppo il covid è riuscito ad entrare nella mia attività ".
A parlare è Cesare Ghelli, ristoratore di Soci che proprio a fine agosto ha dovuto fare i conti con il coronavirus dopo che una persona che lavora nel suo ristorante è risultata positiva. "Purtroppo il 28 agosto veniamo chiamati della asl del Casentino che ci comunica che una nostra collaboratrice era risultata positiva al covid e ci chiede di dargli tutti i nominativi delle persone che erano entrate in contatto diretto con lei – spiega Cesare – è stato l’inizio di un incubo finito dopo il risultato del secondo tampone negativo per tutti gli altri. Noi abbiamo sempre adottato comportamenti coscienziosi, sia a casa che al lavoro, ma nonostante ciò questo tremendo virus è riuscito ad entrare anche all’interno del mio locale".
Inizia così un periodo difficile, giorni duri pieni di ansia, con la paura che anche i collaboratori o i clienti che avevano frequentato il ristorante in quei giorni si potessero ammalare.
"Quella telefonata si è abbattuta su di noi come un fulmine a ciel sereno – prosegue Cesare – ricordo ancora le varie chiamate effettuate da mia moglie per avvisare chi aveva prenotato per i giorni seguenti, eravamo imbarazzati e io quasi mi vergognavo. Gli amici ed i parenti, le chiamate ed i messaggi ricevuti da parte dei clienti preoccupati, il pensiero per la salute dei collaboratori, il futuro del ristorante. È stato difficile, la sera ed i giorni successivi eravamo completamente esausti".
Fortunatamente tutto si è concluso nel migliore dei modi e dopo la quarantena il locale è stato riaperto, una situazione che però non ha certo aiutato Cesare che in precedenza aveva già dovuto superare mesi difficili con il lockdown e la crisi dell’economia locale.
"Il periodo del lockdown è stato difficile, confuso, complicato- conclude Ghelli – in questo scenario gli esercenti che hanno potuto hanno provato a riorganizzarsi per poter continuare a lavorare e contribuire alla sopravvivenza propria e della comunità. Con l’estate è arrivato poi un soffio di ottimismo permettendoci di fare quasi 2 mesi di buon lavoro ma a settembre, al primo rialzo dei contagi, si è iniziato a percepire un po’ di malumore tra la gente. Sono preoccupato perché non so come andranno i prossimi mesi".