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Prada, "frenatina" sulle vendite: ma continua l'espansione in Valdarno

Il gruppo ha segnato un calo dell'1% sulle vendite. "Questo non cambierà i nostri obiettivi" ha già replicatro il patron Patrizio Bertelli: in testa quindi gli investimenti aretini

Patrizio Bertelli

Arezzo, 23 febbraio 2015 - Anche Prada subisce una frenata, anzi più correttamente una frenatina: nel 2014, chiuso dal punto di vista finanziario il 31 gennaio scorso, il gruppo ha registrato nel mondo un calo delle vendite rispetto al 2013 dell'1% a 3,552 miliardi.

Bene l'America in crescita del 7% a cambi costanti e il Medio Oriente in aumento del 9%, frenata sul cruciale mercato asiatico (-7%, tranne il Giappone in rialzo del 13%) "soprattutto per la caduta delle vendite a Hong Kong e Macao", spiega la società in una nota. Una limatura in Europa, che segna un calo dell'1%.

Ma  i vertici della società restano fiduciosi: "Abbiamo affrontato una situazione geopolitica e dei mercati valutari più incerta di quanto fosse prevedibile che ha temporaneamente fermato il cammino di crescita, ma questo non influirà sugli obiettivi di crescita del gruppo a medio-lungo termine" ha detto Patrizio Bertelli, amministratore delegato di Prada aggiungendo che "l'attenzione è sempre rivolta anche ai costi, per salvaguardare margini e ritorni degli investimenti".

Dunque avanti tutta sui progetti già in itinere: e tra i quali ha un peso sempre più alto il radicamento del gruppo ad Arezzo e in particolare nel Valdarno, che vede tra le prossime mosse il trasferimento della stabilimento, l'inizio dei lavori all'ex pastificio del Prada Academy e le 300 assunzioni da fare in tempi brevi.