Arezzo, 20 dicembre 2024 – L’Imu 2025 ad Arezzo resta sostanzialmente inalterata sia nelle tipologie che nelle misure.
C’è comunque una novità per i Comuni italiani: finora infatti gli enti locali avevano potuto approvare le aliquote dell’imposta in condizioni di libertà, causando alla lunga una dispersione di tipologie a livello nazionale. Dal 2025, gli stessi enti locali dovranno invece muoversi dentro una tabella ministeriale.
Anche il Comune di Arezzo ha dovuto dunque verificare se la sua articolazione poteva essere ricondotta alla nuova griglia. A riscontro ultimato, la quasi totalità delle aliquote sono rientrate nel prospetto, a eccezione di due, le uniche di conseguenza che il prossimo anno subiranno un necessario e limitato adeguamento: per i portatori di handicap grave e per gli immobili dati in comodato.
Lo ha spiegato l’assessore Alberto Merelli prima d’incassare dall’aula 19 voti favorevoli. Il grande protagonista è stato ovviamente il bilancio di previsione finanziario 2025-2027.
L’assessore Alberto Merelli ha esordito ricordando che “i numeri del bilancio acquisiscono un senso compiuto se rapportati alla struttura del documento unico di programmazione, che resta articolata nelle cinque linee strategiche di mandato.
Le finalità che ci siamo posti fin dal 2015 si riflettono dunque coerentemente su adeguati finanziamenti. Sociale, investimenti sulle opere pubbliche, turismo, upgrade tecnologico, cultura a 360 gradi, ambiente, tutela degli animali, politiche per la casa. L’andamento delle entrate tributarie ed extratributarie resta lo stesso per ogni singolo anno del triennio considerato.
Le uniche due che subiscono oscillazioni sono i trasferimenti e le entrate in conto capitale. Anche le spese correnti hanno dimensioni omogenee mentre le spese in conto capitale seguono l’andamento delle opere pubbliche e dei contributi derivanti dal Pnrr.
Le previsioni di spesa nel 2025 sono di 104.000 milioni di euro contro i 99 del 2024 con una distribuzione da leggere secondo la suddetta logica di ‘specchio del Dup’. I maggiori scostamenti riguardano ordine pubblico e sicurezza, che già conoscono maggiori stanziamenti nel 2024 derivanti dalla politica di assunzione intrapresa a beneficio della polizia municipale: nel 2025 l’incremento per questa voce è pari a 788.000 euro.
Anche istruzione e diritto allo studio registrano un più 938.000 euro, sociale e famiglia un più 1.800.000, 526.000 euro sono gli ulteriori accantonamenti per il fondo crediti di dubbia esigibilità.
Il Comune paga 34 milioni di contratti e cito, tra gli altri, quelli in essere con Sei Toscana, per il trasporto scolastico, l’illuminazione pubblica, il sociale, l’infanzia: il Comune oramai nella sua azione amministrativa gestisce molti servizi acquistati all’esterno, secondo un percorso ineluttabile di esternalizzazione.
Per il personale, 529 dipendenti che corrispondono oramai nella loro totalità alla categoria dei cosiddetti ‘colletti bianchi’ piuttosto che a quella delle ‘tute blu’, la spesa è di 25 milioni di euro. Veniamo alle opere pubbliche: per il 2025 ci sono 41 milioni per ex Cadorna ed ex mercato ortofrutticolo, scuola Cesalpino, biblioteca, Gioco del pallone, palestra di Pratacci, casse di espansione, piazza Giotto, Saione, San Clemente, piste ciclabili, mura storiche, viabilità.
Sul Pnrr possiamo dire che il 2025 si prospetta come l’anno decisivo per la realizzazione dei relativi progetti, caratterizzata per adesso dal completamento di varie piste ciclabili. L’andamento del debito è decrescente perché questa amministrazione praticamente non contrae più mutui: solo nel 2026 è previsto un leasing che si attiverà qualora si proceda tramite questo strumento per realizzare la caserma di via Fabio Filzi, così che possiamo parlare in questo caso di accantonamento precauzionale”.
Luciano Ralli: “qualche opportunità la città l’ha persa e oggi questo fa più rumore perché il secondo mandato Ghinelli può contare su un governo politicamente omogeneo. Arezzo registra nell’ultimo anno 1.170 morti e 660 neonati: il calo demografico è costante. Dall’ultima classifica sulla qualità della vita, il dato ricavabile è che il lavoro continua a fare da traino e l’amministrazione dovrebbe stare di più a fianco dell’imprenditoria.
Questo Comune continua a reggersi su uno ‘storico’ di entrate: ma se la città non si discosta da 97.000 abitanti non potrebbe essere altrimenti. La vera differenza la fanno le entrate non ‘replicabili’, ad esempio il Pnrr. Questa amministrazione ha trovato per strada molti soldi, gli stessi che le forze politiche che sostengono l’amministrazione non volevano”.
Per Michele Menchetti “le risorse stanziate dal Comune per le fondazioni dimostrano che queste costano troppo a dispetto della loro natura di inutili duplicati degli uffici comunali. Quelle che sono per voi le finalità diventano dal nostro punto di vista emergenze: dai rifiuti e la loro raccolta agli abusi di sostanze dannose da parte dei giovani”.
Per Marco Donati “il territorio sta rischiando di essere investito da una crisi fortissima in alcuni settori, compreso quello del lusso. Arezzo non ha sviluppato un polo della formazione tecnica a sostegno del settore manifatturiero mentre il ‘vostro’ governo, come dimostra la scelta di Creti, vi sta abbandonando. Abbiamo presentato un emendamento per trasferire dalla Fondazione Guido d’Arezzo al capitolo dedicato allo sport 200.000 euro per dare maggiore dignità a un settore che coinvolge i giovani e tante realtà.
Alcune iniziative della fondazione, oggettivamente di livello, non possono vantare la stessa natura intergenerazionale dello sport, visto che guardano a un target anagraficamente più ridotto”. Per Donato Caporali “il documento unico di programmazione è un elenco di proclami pubblicitari che se letti attentamente mettono in luce solo fallimenti” e tra questi ultimi “vanno annoverati – ha aggiunto Giovanni Donati – lo sport e la modalità di gestione degli impianti sportivi”.
Per Alessandro Caneschi “la pianificazione cittadina dimostra tutte le sue debolezze e confusione normativa da noi denunciate fin dall’adozione degli strumenti urbanistici”. Francesco Romizi ha rilevato che “dalla lettura dei fondi pluriennali si evince una loro frammentazione dal punto di vista delle priorità politiche.
E quindi una mancanza di strategia. La maggior parte delle entrate sono quelle tributarie e mi chiedo se un Comune virtuoso non debba allora attrezzarsi, in una situazione economica aleatoria, affinché il futuro non si basi solo sul gettito fiscale”. Per la maggioranza Piero Perticai non ha mancato di rilevare come “le frazioni non vadano dimenticate dalla priorità degli investimenti e come la stazione alta velocità a Rigutino si qualifichi come l’autentica scelta strategica su cui impegnarsi”.
Simon Pietro Palazzo ha convenuto che “in questa fase storica i Comuni s’identificano come holding. Saremo ricordati per la visione che abbiamo dato e che daremo: non può sfuggire la forte implementazione data al sociale. Inoltre, i 98 milioni del 2024, se uno si ferma a riflettere, equivalgono a mille euro di investimenti per ciascuno dei 98.000 abitanti. Il fatto che non abbiamo debiti è un motivo di orgoglio amministrativo”.
Federico Scapecchi ha criticato l’emendamento di Donati: “l’attuale consigliere comunale in passato ha ricoperto contemporaneamente le deleghe di assessore allo sport e al bilancio. Un binomio da cui lo sport non poteva che beneficiare.
A guardare i capitoli di spesa di quell’esperienza, invece, scopriamo cifre che neanche lontanamente sono avvicinabili alle nostre. Ovvio che tutti vorremmo qualche euro ulteriore, ma se oggi spendiamo 200.000 euro in più nello sport rispetto a 12 anni fa, l’emendamento mi pare il solito stratagemma per polemizzare sulle fondazioni.
A questo gioco non ci stiamo”. Anche il sindaco Alessandro Ghinelli ha ricordato che “nella classifica degli investimenti in cultura delle città capoluogo di provincia della Toscana, Arezzo si colloca al penultimo posto, precedendo solo Massa. Se parametriamo il dato al rispettivo numero di abitanti, Arezzo raggiunge i 50,62 euro pro capite e si colloca dietro anche alla suddetta città tirrenica.
Dunque, sia come valore totale sia per ciascun cittadino siamo il capoluogo che spende meno. L’emendamento proposto, perciò, non è ricevibile”. Alberto Merelli non ha fatto proprio l’emendamento, convenendo con il sindaco che “la quota destinata alla cultura, 761.000 euro, è davvero il minimo sindacale. Siamo riusciti a portare ad Arezzo eventi capaci di spostare persone da Milano.
Calcolate come si collocherebbe in percentuale un emendamento da 200.000 euro su quella cifra totale, una reductio che non possiamo permetterci”. Francesco Romizi ha criticato le fondazioni “che si presentano come lo strumento per esautorare il Comune da un compito fondamentale come la gestione delle politiche culturali, fondamentale per la crescita di un territorio”.
Anche Vittorio Giorgetti ha rilevato che “alle fondazioni sono stati assegnati due ambiti del calibro di turismo e cultura e che gli stanziamenti a favore di quest’ultima sono eccessivi. Sull’emendamento di Scelgo Arezzo mi asterrò”. Renato Viscovo: “trovo paradossale che i consiglieri comunali più critici siano comunque invitati dal sindaco agli eventi della fondazione e risultano poi regolarmente assenti”.
L’emendamento è stato respinto con 17 voti contrari, 9 favorevoli e un astenuto. La delibera sul bilancio triennale previsionale è stata approvata con 19 voti favorevoli e 10 contrari. Stessa sorte, in questo caso 19 a 7, per il bilancio di previsione 2025/2027 della biblioteca: le voci principali per il 2025 riguardano 850.000 euro di trasferimenti, in primis comunali e poi regionali, e 250.000 euro provenienti dal fondo sociale europeo per i prossimi due anni.
Anche l’istituzione non sfugge al processo di esternalizzazione di alcuni servizi, è a capo delle 29 biblioteche che fanno parte della Rete documentaria aretina e gestirà durante il 2025, nelle previsioni, 30.000 utenze, oltre che specifici progetti destinati agli stranieri o ai più piccoli e cicli d’incontri organizzati senza il ricorso a intermediari.
Un milione di euro è stato destinato a migliorie strutturali a partire dall’impianto antincendio. Per quanto riguarda la ricognizione sulle società partecipate dal Comune di Arezzo, l’assetto complessivo rimane invariato con il mantenimento senza interventi delle quote dell’ente locale nelle varie società. Invariata anche l’unica previsione di dismissione, già delineata nel suo iter e relativa ad Aisa spa, la cui fase di liquidazione e scioglimento anticipato devono trovare compimento.
La partecipazione rimarrà in portafoglio per il tempo strettamente necessario al perfezionamento tecnico delle operazioni.