REDAZIONE AREZZO

Precipita in gita dall'albergo e muore: test a sorpresa, analisi su un'altra maglietta di Martina

Potrebbe essere una di quelle indossate a ridosso della tragedia. Per ora nessuna prova dalle analisi di laboratorio indica la violenza sessuale nè un qualche ruolo ai due indagati nella morte della ragazza

Martina Rossi

Arezzo, 27 ottobre 2015 - Quel tragico volo di Martina Rossi dal sesto piano di un grande albergo delle Baleari ancora non ha un perché. Ma ecco spuntare una possibile ultima carta da giocare: l’esame di una magliettina estiva. E tutto in un caso che ha portato due ragazzi aretini ad essere indagati per tentata violenza sessuale, morte come conseguenza di altro reato e persino omissione di soccorso.

Julia Maggiore, il sostituto procuratore cui è toccata in eredità, l’indagine Genova, ha affidato un ulteriore esame all’equipe medico-legale del dottor Marco Di Paolo, da un anno al lavoro a Pisa sui resti della studentessa genovese e sui suoi vestiti. Verificare se ci siano tracce biologiche su una maglietta color corallo col disegno di due gelati sul davanti.

L’indumento, consegnato a suo tempo dalla famiglia ai magistrati, era sfuggito ai primi controlli. Secondo i testimoni dell’alba tragica del 3 agosto 2013 la maglietta potrebbe essere una di quelle che la ragazza indossava in quelle ore. 

Finora dal lavoro dei medici legali non è emerso niente che possa collegare alla morte di Martina i due giovani di Castiglion Fibocchi Alessandro A. e Luca V.: nè dall’autopsia sulla salma, riesumata da un piccolo cimitero di Imperia, nè dall’esame degli abiti, nessuna traccia biologica che dica di un tentativo di violenza sessuale e neppure di un ruolo attivo dei ragazzi. Eppure l’ipotesi dalla quale era partito il Pm Biagio Mazzeo è che la studentessa sia volata dal sesto piano per sfuggire allo stupro cui volevano costringerla i coetanei castiglionesi.

Loro hanno sempre negato, ma negli interrogatori genovesi qualcosa di non chiarissimo è avvenuto. Come quando i due amici (aretini) di Alessandro e Luca sono stati intercettati in caserma mentre rassicuravano gli accusati: «Abbiamo svignato la polizia».

La scena è chiara: al ritorno dalla discoteca Federico ed Enrico si appartano in camera con le amiche di Martina, lei invece finisce nella 609 con Alessandro, studente di lettere al Pionta e campione di motocross, e Luca, imprenditore edile. «Vaneggiava e poi si è buttata», dicono loro. Mia figlia non si è suicidata, ribatte il padre Bruno, storico dirigente sindacale. A questo punto è possibile che, comunque vada la consulenza medico-legale, compresa la maglietta color corallo, la procura chieda il processo.