LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Primarie per il sindaco". Tanti e il modello civico per il nuovo centrodestra. Ma Lucacci chiede di più

La vicesindaco punta in prospettiva a un partito unico tra FI e moderati. L’idea di un nome fuori dai recinti. Altolà di FdI sul "civismo a intermittenza".

"Primarie per il sindaco". Tanti e il modello civico per il nuovo centrodestra. Ma Lucacci chiede di più

"Primarie per il sindaco". Tanti e il modello civico per il nuovo centrodestra. Ma Lucacci chiede di più

Le primarie sono lo strumento e il fronte moderato la quarta gamba del centrodestra. E ancora: lo schema per le regionali con in testa i sindaci civici vale anche per il voto di Arezzo. Lucia Tanti, incardina concetti e mette benzina nel motore, già acceso, verso le comunali. Lo fa nello stesso giorno in cui Francesco Lucacci, leader provinciale di FdI, in una nota scrive che per vincere la Regione "il centrodestra dovrà allargarsi non solo al civismo ma anche all’area cattolico liberale" perchè "se non ampliamo il progetto a Italia Viva e Azione, un progetto che guarda solo al civismo non basta". Il format è quello che ha vinto in Basilicata. Lucacci avverte: "Si vince con un atteggiamento inclusivo di tutti coloro che sono contro il Pd e il suo modo di governare in Toscana e nel reciproco rispetto e accettazione dei simboli, senza alcuna censura verso i partiti e senza un atteggiamento di presunta superiorità del civismo sulla politica". E in un altro passaggio punta l’indice contro "il civismo ad intermittenza di alcuni, poi, intervallato da tentativi più o meno falliti, di candidatura ad elezioni politiche" per dire che "non aiuta a dare credibilità". Un alert che la vicesindaco e "pasionaria" dei moderati raccoglie per la parte dedicata ai centristi di Renzi e Calenda e il modello Basilicata, ma non per quella sul fronte civico.

Tanti, le primarie per la Toscana valgono anche per il sindaco?

"Se il concetto di civismo stabile, aggiuntivo rispetto alla coalizione è centrale per le regionali, lo è per le amministrative. Un civismo che non rompe gli schemi ma non si fa orientare da fuori in maniera strumentale".

Lei invoca primarie dal 2019, oggi sono nell’agenda politica pure se con qualche resistenza. Così per il dopo-Ghinelli?

"Perchè no?"

Lega contraria, Fi interdetta. Qual è il punto di caduta?

"Da quello che leggo sui giornali Lega e Fi aprono alle primarie. Occorre rifuggire da posizioni ideologiche. Le primarie sono un buono strumento, certo è che la scelta sul candidato sindaco dovrà avvenire con un processo partecipativo ampio, ma dobbiamo rappresentare un elemento di ricucitura tra la scelta e i cittadini.

Il fronte moderato avanzerà un nome per Palazzo Cavallo?

"Direi di sì, poi vedremo".

Ma FdI, primo partito della coalizione, per la Regione ha calato il nome di Tomasi e per Arezzo ha già un asso nella manica. Come la mette?

"Ogni situazione va presa singolarmente. Tomasi è uomo di FdI da sempre, ma da candidato sindaco a Pistoia ha creato due liste civiche senza tradire la sua appartenenza, dimostrando di saper andare oltre il recinto dei partiti. Tomasi è la dimostrazione plastica che partiti e civici possono convergere sulla stessa persona".

Caso Cortona: cosa non ha funzionato nel centrodestra?

"Continuo a pensare che Carini sarebbe stato un ottimo sindaco".

Ma avete perso, perchè?

"Non abbiamo avuto la capacità di ascoltare bene il battito cardiaco della comunità".

Azione e Italia Viva: prove tecniche di convergenza?

"Quanto spazio c’è per i centristi nel centrosinistra? Zero. E nel centrodestra? Molto. Vale lo schema Basilicata per regionali e amministrative".

L’esperimento alle europee con Fi porterà a un partito unico, anche ad Arezzo?

"Secondo me sì. L’esperimento delle europee dovrebbe diventare la regola: oggi è stato il punto di partenza, in mezzo passa il consolidamento da fare con gli step di regionali e amministrative. Il punto di approdo, coi tempi della politica, è il partito unico dei moderati".