di Sergio Rossi
Non è finita l’odissea giudiziaria di Walter De Benedetto, il cinquantenne disabile di Ripa dell’Olmo costretto in un lettino dall’artrite reumatoide, malattia degenerativa che provoca dolori lancinanti a chi ne soffre. La storia di Walter è nota: per lenire le atroci sofferenze coltivava cannabis terapeutica in una mini-serra casalinga non essendo più sufficiente il quantitativo (un grammo) fornitogli dal servizio sanitario nazionale. Una soffiata aveva però portato i carabinieri a effettuare una perquisizione e inevitabilmente, al ritrovamento delle piante, è scattata la denuncia: per Walter e per l’amico che lo aiutava annaffiando la piccola coltivazione.
Martedì Walter va a processo e di nuovo ci sarà per lui una grande mobilitazione, così comè stato in altre occasioni quando si sono mossi Mina Welby, Marco Cappato, il deputato radicale Riccardo Magi, lo scrittore e giornalista Andrea Scanzi, l’associazione Meglio Legale, il presidente del Corecom Enzo Brogi, il primo a raccogliere le istanze di De Benedetto.
La protesta è adesso lanciata da Massimiliano Iervolino, segretario dei radicali italiani, "dobbiamo mantenere vivo - dice – il dibattito sulla cannabis, lo dobbiamo ai malati gravi che, come Walter, si aggrappano alla vita e a tutti coloro che hanno a cuore la legalità: chiediamo alle associazioni, ai partiti, agli imprenditori, ai malati, e a tutti i cittadini di essere con noi al fianco di Walter martedì 27 alle 12 in manifestazione statica fuori dai palazzi di giustizia di tante città durante il corso del suo processo".
Insomma solidarietà a distanza nei confronti del disabile aretino, sit-in silenziosi davanti ai tribunali per veicolare vicinanza anche se si è lontani e per cambiare una norma che ha in tutta evidenza dei limiti strutturali come il caso De Benedetto evidenzia. Perfino un ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura come Giuseppe Fanfani, già sindaco di Arezzo, aveva detto in modo chiaro di essere al fianco di Walter e che le normativa deve essere riformulata.
Il disabile di Olmo, che ha anche scritto una lettera al presidente Mattarella, si era presentato in carrozzina davanti al Gip nella prima udienza del 23 febbraio scorso, affiancato dagli suoi avvocati Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio che hanno chiesto il rito abbreviato per evitare che nel peggiore dei casi si arrivi a una pesante condanna e ci sia almeno lo sconto di un terzo della pena. Il giudice Lombardo ha concesso rinviando l’udeinza finale a martedì.
Ma nè Walter nè il collegio difensivo allestito con l’aiuto dei radicali vogliono arrivare a un esito infausto, tutti si battono contro l’incongruenza della vecchia legge anti-droga che in questo caso non riconosce l’uso terapeutico.
Già processato, invece, l’amico di De Benedetto, condannato a un anno e due mesi nonostante il Gip Giulia Soldini avesse concesso la messa in prova, poi negata.