REDAZIONE AREZZO

Procura, cambia la guida. È l’ora di Gianfederica Dito

La pm romana si è occupata di grandi processi come la devastazione della Cgil, l’omicidio di via Poma e lo spionaggio alla Russia. Manca solo il sì definitivo.

Procura, cambia la guida. È l’ora di Gianfederica Dito

La lunga successione di Roberto Rossi a capo della procura di Arezzo potrebbe aver trovato finalmente un punto fermo. Dopo circa un anno dalla partenza di Rossi per la procura generale di Ancona si è stretto il cerchio su chi ne potrebbe prendere il testimone. Si tratta di Gianfederica Dito, nome proposto dalla quinta commissione del Csm con un’astensione e che adesso dovrà passare il vaglio del plenum dell’organo di autogoverno della magistratura.

Nata a Roma il 27 settembre 1962, Dito, da pubblico ministero nel processo sull’assalto alla sede della Cgil di Roma, ha chiesto la condanna a oltre otto anni per il neofascista aretino Lorenzo Franceschi.

Ma non è l’unico caso importante capitato alla magistrata capitolina: di recente ha sostenuto l’accusa nel processo contro Walter Biot, l’ufficiale di Marina accusato di spionaggio nei confronti della Russia e ha chiesto l’archiviazione per Mario Vanacore, figlio del portiere romano suicida a lungo accusato a sua volta dell’omicidio di Simonetta Cesaroni in via Poma nel 1990.

Dito è a un passo dalla nomina, visto che il plenum del Consiglio superiore della magistratura di solito si limita ad avallare una proposta che arriva quasi all’unanimità (si è astenuto solo il togato Andrea Mirenda, spesso protagonista di posizioni e dichiarazioni forti sull’operato del Csm).

All’inizio erano 19 le candidature presentate per la procura della Repubblica di Arezzo. Fino a ora l’ufficio è guidato da Elisabetta Iannelli, reggente in quanto più anziana in servizio. In ballo c’era anche Nicola Marini, attuale reggente a Siena come il collega Andrea Boni che oggi è a Urbino ma tra i suoi incarichi ha avuto anche un’esperienza aretina.

In lizza c’erano anche Paolo Ariemma, procuratore a Viterbo e familiare a chi abbia seguito le vicende di Palamara e anche Carlo Lasperanza, procuratore aggiunto a Latina. Romano, come molti degli aspiranti, e la cui firma figura in alcuni passaggi di indagini celebri: da quella legata alla Banda della Magliana a quella dell’omicidio di Marta Russo, all’università La Sapienza. Nella lista non mancavano due aretini doc: Julia Maggiore e Marco Dioni.

La nomina ufficiale di Gianfederica Dito dovrebbe avvenire nelle prossime settimane.

Federico D’Ascoli