Sansepolcro (Arezzo), 22 marzo 2024 – La Deposizione di Sansepolcro del Rosso Fiorentino è tornata nella sua dimora storica, la chiesa di San Lorenzo, dopo otto anni. Era il 20 gennaio 2016 quando il dipinto venne trasferito all’Opificio delle Pietre Dure per il restauro. La complessità dell’intervento e la pandemia, hanno fatto slittare i tempi, anche se il restauro era stato completato nel maggio dello scorso anno. Nel frattempo, il rifacimento della pavimentazione e un’adeguata illuminazione (con l’impegno del Comune e delle donazioni dei cittadini) hanno garantito giusto arredo al luogo nel quale la vecchia Compagnia dei Battuti di Santa Croce aveva destinato il quadro del "Compianto sul Cristo deposto", commissionandolo nel 1528 a Raffaellino del Colle, pittore locale che preferì girare l’incarico al Rosso Fiorentino, per fare in modo che la città conservasse una testimonianza del grande artista. E chi entra in chiesa, ha subito la visione centrale del capolavoro alle spalle dell’altare. Assieme al sindaco Fabrizio Innocenti e al vescovo Andrea Migliavacca ci sono il soprintendente Gabriele Nannetti e la collega Emanuela Daffra dell’Opificio delle Pietre Dure, ma soprattutto ci sono i biturgensi a riabbracciare una tra le opere più pregiati del patrimonio artistico cittadino.
“Oggi è un giorno di festa per Sansepolcro – dice il sindaco – che si inserisce a sua volta in una settimana importante, perché proprio martedì a Milano sono stati rimessi insieme gli otto pezzi rimasti del polittico degli Agostiniani di Piero della Francesca. C’era tanta attesa per il ritorno della Deposizione, che adesso chiunque potrà ammirare nel suo antico splendore all’interno di una location trasformata in salotto".
La portata del lavoro eseguito sta nelle parole della soprintendente Daffra: "Le condizioni conservative erano frutto di una stratificazione complicata di interventi realizzati nel corso del tempo. Abbiamo potuto conoscere molto meglio la tecnica esecutiva e la straordinaria inventiva di questo pittore. Sono tornati alla luce particolare dei quali si era persa traccia, quindi possiamo apprezzare il dipinto come mai finora non ci era stato consentito". Ma c’è una novità che Sandra Rossi, direttore della sezione restauro dell’Opificio, svela: "Il restauro ha rivelato commoventi dettagli, come la presenza di una piccola margherita in primo piano, da tempo non più visibile per le precarie condizioni di conservazione della pellicola pittorica".
Il soprintendente Nannetti rimarca: "Un percorso lungo e non facile, nel quale Opificio, Soprintendenza e Curia hanno dato il massimo impegno". Palese la soddisfazione del vescovo Migliavacca: "È il frutto di un lavoro di sinergia di diversi enti, il mondo dell’associazionismo e di coloro che hanno contribuito. La ricollocazione in prossimità della Settimana Santa ci prepara a vivere il mistero di Cristo morto e risorto. Questo quadro, è un grande invito a riscoprire la bellezza dell’arte nella nostra diocesi e insieme a viverla come proposta di meditazione".