Un mese. La tabella di marcia ha tappe serrate e la prima metà di maggio segna la dead line del nuovo Pronto soccorso. Perchè se è vero che resterà il cantiere per le opere complementari, è un fatto che la squadra dei professionisti guidata dal direttore dell’emergenza Maurizio Zanobetti, potrà lavorare nell’hub stile "E.R.". Open space con sedici posti letto per i pazienti più gravi: è solo una delle novità alle quali Barbara Innocenti, al timone del San Donato, guarda con soddisfazione dopo mesi alle prese con un gioco di "incastri" per consentire la progressione dei lavori per step e garantire l’operatività del pronto soccorso, compresi i mesi da bollino rosso, quelli dell’influenza e delle polmoniti, con punte di oltre duecento accessi giornalieri. "Siamo andati avanti chiudendo un pezzo per volta e riaprendolo a lavori finiti. Adesso abbiamo chiuso il vecchio open space dei codici gialli per ristrutturare questa parte e mantenendo l’attività sui codici maggiori nell’area nuova già pronta", spiega la direttrice dell’ospedale zig zagando tra la complessità di lavori in un "polmone" strategico del San Donato.
"L’obiettivo finale è avere un open space con sedici posti letto ciascuna dotata di attrezzature per monitorare i pazienti che consentirà di gestire meglio non solo il percorso diagnostico ma anche i carichi di lavoro dei medici". Che continuano ad essere pesanti. Il "cuore" del nuovo pronto soccorso sullo schema dei grandi hub americani, sarà in funzione tra poco più di un mese ma le novità non si fermano qui.
"Conclusa questa fase, i lavori si concentreranno sulle opere complementari in altri spazi, poi termineremo con la definitiva ristrutturazione dell’area riservata ai pazienti infettivi. Sarà una zona caratterizzata da percorsi separati tra pazienti con ambienti dotati di ricambi d’aria necessari e la possibilità di gestire la pressione negativa degli spazi che abbiamo sperimentato durante il Covid", spiega Innocenti.
Disegna il profilo di un pronto soccorso "moderno con percorsi separati a seconda delle patologia, ambulatori per i codici minori e open space per le situazioni più serie". I tempi? Il count down è scattato: la consegna dell’open space "americano" a metà maggio, mentre "tutti gli altri lavori complementari saranno chiusi entro l’autunno". Un’operazione che per mesi ha tenuto medici e pazienti sull’altalena di spazi ristretti che andavano chiudendosi e riaprendosi dopo i lavori necessari. Eppure via obbligata, che se da un lato ha creato disagi e attese, dall’altro ha garantito a ogni persona la cura, dal triage, al ricovero o alla dimissione. Compresa quella fetta di aretini che bussa al pronto soccorso con codici minori che finiscono per "intasare" il flusso dei pazienti che hanno più urgenza. È una fetta che supera il 50 per cento: significa che su 190 accessi giornalieri, la metà non dovrebbe varcare la soglia del quartier generale dell’emergenza.