Il caso Polcri "sbarca" a Firenze. Sotto la lente dei coordinatori regionali del centrodestra c’è il dossier aretino: al centro lo stallo tra la maggioranza e il presidente della Provincia dopo lo strappo su come arrivare alle dimissioni e al voto per il rinnovo della presidenza dell’ente. Con un caso nel caso: ad oggi Polcri governa senza una maggioranza perchè i sei consiglieri del centrodestra hanno detto no alle deleghe e "traslocato" all’opposizione. Uno stallo che va avanti da alcune settimane e rischia di scavare un solco tra i distinguo che attraversano la coalizione e lo stesso presidente.
Ma qualcosa si muove. E prima di squadernare il dossier sul tavolo regionale, c’è un passaggio tutto aretino, che tra l’altro vedrà il debutto della neo-commissaria provinciale di FdI Simona Petrucci, chiamata con gli altri vertici dei partiti e il sindaco Alessandro Ghinelli al timone della omonima lista civica e "regista" della lunga mediazione, a sbrogliare la matassa.
Da un lato Polcri non ha gradito l’attacco di Lega, Fratelli d’Italia e di alcuni sindaci dell’ala più dura, sul pressing alle dimissioni. Dall’altro, al netto di alcune posizioni più radicali, la coalizione è compatta nel considerare ormai necessaria una road map concordata con al centro la data del passo indietro di Polcri e l’iter verso il rinnovo della presidenza. Posizione imprescindibile, dicono dai ranghi del centrodestra, per riallacciare un dialogo con il presidente della Provincia. La volontà c’è ma bisogna chiarire tempi e modi. Ed è questa la chiave del vertice in vista: individuare con Polcri una data e "su quella chiedere il suo impegno definitivo a rispettarla". Perchè, è il ragionamento, "alla base dell’accordo c’è questa condizione senza la quale la situazione non si sblocca".
La riunione sarà calendarizzata a breve e dovrebbe essere proprio la senatrice meloniana a indicare le linee guida del suo mandato in un confronto a 360 gradi con gli alleati, calibrato non solo sulla Provincia. Un fatto non casuale, se si guarda in filigrana, perchè rilancia l’impegno del primo partito della coalizione a lavorare per la soluzione, mantenendo ferma la barra dell’unità del centrodestra. A ben guardare, ci si può leggere pure il tentativo di ricucire le posizioni più intransigenti che hanno spinto Polcri sull’Aventino.
Un arroccamento che, in buona sostanza, lo allontana dalla coalizione che finora lo ha sostenuto. Una condizione che lo stesso Polcri non può tenere a lungo, in una situazione in cui in Sala dei Grandi centrodestra e centrosinistra sono, per la prima volta, dalla stessa parte. E al netto delle rispettive rivendicazioni c’è "un bene superiore che nè Polcri nè il centrodestra possono permettersi di ipotecare": è il governo dell’unica Provincia toscana e l’unità di uno schieramento che non può rischiare l’implosione "sull’altare di Polcri".
Anche in vista delle prossime sfide elettorali, decisive per il centrodestra. Su tutte, la battaglia per il Comune che rappresenta la "summa" di tutto ciò che il centrodestra ha conquistato fin qui e non può permettersi di perdere.