REDAZIONE AREZZO

Punto ascolto per le donne

Inaugurato a Castelfranco Piandiscò un nuovo punto d'ascolto per le donne vittime di violenza, offrendo supporto legale e psicologico gratuito. Un'importante risorsa per contrastare il fenomeno in crescita.

Un nuovo punto di ascolto per tutte le donne vittime di violenza. Un fenomeno che, numeri alla mano, è purtroppo in forte ascesa col passare delle settimane e dei mesi e per cercare di poter quantomeno combatterlo, e dare conseguentemente una mano concreta a chi è costretta a chiedere aiuto, domani nell’ambito delle iniziative organizzate dal comune di Castelfranco Piandiscò per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne saranno inaugurati alle 16.30, in via Vittorio Emanuele 30 a Faella, i locali denominati "il coraggio di denunciare", per le donne vittime di violenza il cui progetto ha come principale obiettivo la costruzione di una politica contro ogni forma di violenza contro le donne. Nato dalla co-progettazione con l’Associazione Eva con Eva, il punto d’ascolto rappresenta un primo accesso per entrate in contatto con l’associazione che assisterà in modo gratuito, attraverso colloqui e sostegno psicologico e legale, le donne vittime di violenza. L’Associazione da anni opera all’interno dell’Istituto Don Lorenzo Milani del comune di Castelfranco Piandiscò, per intraprendere campagne di sensibilizzazione contro il fenomeno della violenza e sostenere le ragazze e i ragazzi nel riconoscerla e identificarla. Eva con Eva ha un altro punto di ascolto a Montevarchi, nella sede di Via Garigliano presieduta da Primetta Banchetti che ogni giorno raccoglie grida di aiuto di tante donne, e di varie età, alle quali ci si affianca per portare avanti un percorso che possa cercare di combattere il problema e dare, caso per caso, i migliori consigli su come agire ed eventualmente denunciare coloro che si rendono artefici di tali episodi. Dall’inizio dell’anno sono state ben 51 le vittime di femminicidio, quasi 3000 i casi di violenza sessuale nel primo semestre dell’anno oltre a 700 condivisioni non consensuale di immagini e video intimi, il cosiddetto revenge porn.

M.B.