di Luca Amodio
Il pubblico dello Spina abbraccia Pupo e canta ogni canzone. In prima fila intonano in coro Marky Ramone, il sindaco Agnelli, accanto, lo segue, schioccando le dita a ritmo: tipo un duo rock. "Con gelato al cioccolato l’amore per te è scoppiato, con su di noi ci hai proprio appassionato", si legge in un cartellone di un fan. Sotto un selfie gigante con il cantante. È questa l’immagine, o meglio: una delle tante, che racconta il venerdì di Pupo al Mario Spina. Anzi, di Enzo. Perché così il pubblico, tanti amici, volti familiari, lo hanno accolto: gridando il suo nome di battesimo, in quella che è stata la "data zero" della tournée. "Da Castiglion Fiorentino non parte solo il mio tour nel mondo - ci dice Pupo prima dello spettacolo - parte un nuovo periodo della mia vita professionale, del mio rapporto con il live. "Su di noi, la nostra storia", è lo spettacolo della mia vita".
Così è stato. Non solo musica. Dopo tre minuti dal suo ingresso sul palco, gli strumenti si fermano. Pupo prende parola e strega il pubblico. "Ho cominciato così", racconta la sua storia. Fa vedere alcune immagini di un baby Enzo. "Suonavo la chitarra e facevo rock". Parte Smoke on the Water. "Ora la canto in un inglese maccheronico", dice. Lo fa: la standing ovation. "Ma non avevo le physique du rôle per fare rock: e infatti diventai Pupo". E riparte la musica, poi gli aneddoti e così via. Due ore abbondanti delle sue hit ma anche di dialogo con il pubblico. "Il palcoscenico è una metafora reale della vita. Si ci si diverte ma si riflette anche sui nostri alti e bassi". Ecco, risate, applausi ma anche attimi di riflessione, sugli amori, sulle sofferenze, sulla famiglia. Poi all’improvviso Pupo saluta il pubblico. Esce. Ma non ci crede nessuno.
Non può andarsene senza cantare i suoi successi. Rientra.
"Clara - dice alla figlia che fa parte della band - vieni col babbo a cantare. Io ti lascio le mie canzoni: tu dovrai portarle in giro anche quando sarò solo un ricordo". Parte il duetto. Ma non è finita. Anzi, inizia ora il clou della serata. È il momento di Firenze Santa Maria Novella, Sarà perché ti amo e Gelato al cioccolato. Pupo va in platea e stringe le mani. "Sindaco, canta il ritornello. Ma Agnelli non convince."Mario, meglio che continui a fare politica", dice Enzo abbracciando l’amico. Risate. Poi la prova va al sindaco di Cortona, Meoni, "È più intonato, Mario". Si arriva il gran finale. Pupo risale sul palco. Richiama l’attenzione. La musica si abbassa. "Vi saluto con questa canzone e con un gesto che è un porta fortuna: alzate le mani, iniziamo a dare calore". Le mani battono a ritmo dell’inconfondibile melodia che si inizia a sentire in sottofondo. Così, con "Su di noi", cantata da 300 fan allo Spina, Pupo saluta Castiglioni.