Qualità dell’aria: non ci siamo. Polveri sottili sopra i nuovi limiti

Lo studio di Legambiente sulle polveri sottili nelle città italiane con uno sguardo verso il futuro. La fotografia di Arezzo e quella regionale tra i dati suggeriti e quelli previsti dai regolamenti.

Arezzo come Grosseto, dietro ad altre province come Firenze, Lucca, Pisa e Prato. La classifica è quella del fornita dal report Mal’Aria sulla qualità dell’aria nelle città italiane. La fotografia che emerge in Toscana parla di una città come Firenze al primo posto per Pm10, vale a dire di quell’insieme di particelle microscopiche, solide e liquide, di diversa natura e composizione chimica, che si trovano in sospensione nell’aria che respiriamo.

Queste polveri sottili possono avere origine da processi naturali (polvere frutto di erosione) ma anche e soprattutto dall’attività umana in primis dai processi di combustione in generale (motori a scoppio, attività industriali e così via) oltre al traffico veicolare. Firenze guida la classifica con 24 microgrammi per metro cubo seguita da Lucca (23), quindi Pisa e Prato (con 22), poi ecco Arezzo e Grosseto con 21 microgrammi per metro cubo come media annua nel 2023. Lo studio evidenzia come al momento solo 30 città italiane su 98 sono in regola con i nuovi limiti che entreranno in vigore nel 2030 (vincolanti dal 2035 in Europa) e che parlano di 20 microgrammi per metro cubo. Da qui il report che indica per Arezzo di abbassare la soglia di Pm10 di un ulteriore 5% per poter essere quindi in regola.

Sul fronte del Pm2.5 - la cui origine è legata anche all’attività umana e in primis a processi di combustione - il quadro regionale cambia. È Prato a guidare la classifica con 14 microgrammi per metro cubo seguita da Arezzo che occupa il secondo gradino di questo podio in compagnia di Firenze con 13 microgrammi per metro cubo. Poi via via ecco tutte le altre con Carrara, Massa e Pisa a quota 12, quindi Livorno con 10 microgrammi per metro cubo e Grosseto con 9. In questo caso il report evidenzia come "solo 14 città, sulle 87 di cui si avevano i dati disponibili, oggi rispettano il valore previsto al 2030 dalla nuova direttiva (10 μg/mc come media annuale)".

Arezzo in poche parole dovrà diminuire la media attuale di Pm2.5 di una percentuale pari al 21% per poter quindi essere in regola con le nuove direttive. Di positivo c’è il dato sul biossido di azoto che non impone al momento riduzioni.