MATTEO
Cronaca

Quando Arezzo ospitò il primo conclave. Da Gregorio X all’elezione di Innocenzo V

Era il 21 gennaio 1276: pochi giorni dopo la morte del pontefice in città arrivarono i cardinali che si riunirono per l’elezione del successore

Quando Arezzo ospitò il primo conclave. Da Gregorio X all’elezione di Innocenzo V

Quando Arezzo ospitò il primo conclave. Da Gregorio X all’elezione di Innocenzo V

Marzotti

Il 21 gennaio del 1276 la città di Arezzo è entrata nella storia della Chiesa cattolica ospitando il primo conclave, l’elezione di un pontefice. Un episodio che si lega anche al culto e alla presenza in cattedrale dei resti di Beato Gregorio X. Di ritorno da Lione dove aveva convocato e presieduto un Concilio ecumenico, l’allora Papa Gregorio X, decise di fermarsi ad Arezzo nel suo viaggio verso il Vaticano. Il pontefice, debilitato nel fisico da alcune patologie, aveva lasciato la città francese nell’aprile del 1275 e non potendo viaggiare a lungo, dovendo anzi intervallare il suo cammino con varie soste, nel dicembre del 1275 giunse ad Arezzo. Arrivò in città pochi giorni prima di Natale quando accusò i primi sintomi di una febbre che non gli avrebbe lasciato scampo. Guglielmino Degli Ubertini, vescovo e signore di Arezzo, accolse il pontefice nel palazzo vescovile per quello che era sicuramente un avvenimento a dir poco importante come la visita di un Papa in città. Le condizioni di Gregorio X peggiorarono rapidamente portandolo alla morte il 10 gennaio del 1276, con il pontefice che poco prima dell’ultimo respiro volle donare alla città una ingente somma di denaro - 30mila fiorini d’oro - destinata alla costruzione della cattedrale dove ancora oggi riposano le sue spoglie, che fanno di Arezzo una delle poche città al mondo a poter ospitare la tomba di un Papa.

Con la morte del pontefice si rese necessario procedere con l’elezione del suo successore. Nei mesi precedenti proprio Gregorio X aveva promulgato una costituzione apostolica dal titolo "Ubi periculum" (dove il pericolo) con la quale venivano introdotte le regole del conclave come noi lo conosciamo oggi. Una serie di norme che si erano rese necessarie a causa di quanto accaduto proprio alla vigilia dell’elezione di Gregorio X, ovvero alla morte del suo predecessore Clemente IV, morto nel 1268 a Viterbo. Ebbene tra Clemente IV e Gregorio X passarono oltre mille giorni senza un Papa. I cardinali, riuniti a Viterbo, si erano trovati in grande disaccordo sulla nomina del successore al soglio di Pietro. Lotte intestine, correnti politiche, fecero ritardare l’elezione. Così, dopo oltre un anno e mezzo, il popolo viterbese guidato dal capitano Raniero Gatti, stanco per questa situazione di impasse, segregò a forza i cardinali all’interno del Palazzo Papale, riducendo man mano il loro vitto. La popolazione si spinse addirittura a scoperchiare il tetto dell’edificio che ospitava i cardinali per farli arrivare ad un accordo. Una mossa disperata e che produsse i suoi frutti, non prima però di altri 15 mesi di colloqui tra i porporati riuniti (erano 19) che indicarono Tedaldo Visconti, il quale il 1° settembre del 1271 assunse il nome di Gregorio X.

Il pontefice, resosi conto di quanto accaduto a Viterbo, e deciso come non mai a dare un nuovo impulso alla Chiesa, e soprattutto a snellire la procedura per l’elezione del Papa, promulgò la costituzione "Ubi periculum" nel luglio del 1274, proprio nel corso del Concilio di Lione. Le norme non erano molte, ma certamente chiare come non mai, così come l’obiettivo: evitare situazioni di stallo e una sede vacante a lungo, come accaduto dopo la morte di Clemente IV. Nello specifico la procedura stabilita da Gregorio X imponeva ai cardinali di riunirsi, ciascuno con un solo accompagnatore, dieci giorni dopo la morte del papa nello stesso palazzo dove era avvenuto il decesso. Tutti dovevano abitare in una sala comune, senza contatti con l’esterno, richiamando l’idea del conclave (da cum clave, "sottochiave" o "chiuso con la chiave"). Nessun cardinale poteva inviare o ricevere scritti. Tra l’altro Gregorio X nel documento stabiliva anche che, trascorsi tre giorni senza elezione del pontefice, i cardinali avrebbero avuto diritto ad una sola pietanza per pasto e, trascorsi inutilmente ulteriori cinque giorni, la dieta si sarebbe limitata a soli pane, vino ed acqua. Inoltre Durante la sede vacante tutti i proventi ecclesiastici spettanti ai cardinali erano trattenuti dal camerlengo e poi messi a disposizione del nuovo pontefice.

E così alla morte di Gregorio X, avvenuta ad Arezzo, i cardinali arrivarono proprio nella città governata da Guglielmino Degli Ubertini. Il 20 gennaio 1276 - alcune fonti indicano come luogo San Domenico, altre la chiesetta di San Gregorio - i 13 porporati (due gli assenti) si riunirono arrivando il giorno seguente all’elezione di Pierre de Tarentaise, teologo domenicano, che scelse il nome di Innocenzo V. Tra gli elettori figuravano due futuri pontefici come Adriano V (Ottobono Fieschi) e Giovanni XXI (Pedro Julião). L’elezione papale per ben 15 volte è avvenuta fuori dalle mura di Roma. Vedi ad esempio il caso di Viterbo, ma anche Perugia, Lione, Venezia, Costanza e Arezzo, con quello che è ritenuto essere il primo conclave della storia grazie alla costituzione "Ubi periculum" che a onor del vero non era particolarmente gradita ai cardinali visto che lo stesso Adriano V decise qualche anno dopo di sospendere. Venne successivamente ripristinata da Celestino V, mentre Bonifacio VIII la inserì in uno dei libri del codice di diritto canonico. Ad ogni modo tutte le principali norme della "Ubi periculum" vennero confermate da Giovanni Paolo II nel 1996 che modernizzò la procedura precisandone meglio le regole.