
Quattro morti nell’auto contro il muro. Boncompagni rinviato a giudizio
di Claudio Roselli
AREZZO
Rinvio a giudizio: lo ha chiesto la Procura di Perugia per i due funzionari del servizio lavori pubblici e patrimonio del Comune di San Giustino Umbro nella vicenda legata alla morte dei quattro giovani (tre di Città di Castello e una di Monte Santa Maria Tiberina) nel terribile incidente stradale avvenuto all’una di notte del 3 dicembre 2022 in località Altomare. Uno dei due dipendenti, 70 anni e in pensione, è Massimo Boncompagni ed è stato sindaco di Monterchi dal 2004 al 2014; l’altro, quello attualmente in carica, è Marco Giorgis, 63 anni e risiede sul versante umbro della vallata.
L’imputazione della quale dovranno rispondere è quella di omicidio stradale, con udienza fissata per il prossimo 27 febbraio. Su entrambi pende l’accusa di "aver violato le norme in materia di circolazione stradale con negligenza, imprudenza e imperizia" nello svolgimento dei loro compiti professionali. Boncompagni, responsabile dal 1999 fino al maggio 2000 e Giorgis, che gli è subentrato da quel momento, non avrebbero insomma provveduto alla "manutenzione di via Umbra a San Giustino, in quanto omettevano di ripristinare l’idonea barriera stradale di sicurezza".
Per meglio spiegare i fatti, il 1° aprile 2018 si era verificato un altro sinistro proprio nello stesso punto (il pilone di un ponte) e il guard-rail era stato rimosso senza essere stato più installato, come peraltro avrebbe ordinato il Prefetto e con l’esigenza di farlo entro un mese. La mancanza di esso, quindi – sempre secondo la richiesta depositata – avrebbe concorso a causare la morte di Natasha Baldacci, Nico Dolfi, Gabriele Marghi (tutti di 22 anni) e di Luana Ballini (17enne), i ragazzi a bordo della Fiat Punto che si schiantò contro il cemento armato a basamento del ponte.
C’è però un aspetto che potrebbe dar ragione ai due funzionari del Comune: stando infatti al codice della strada, dopo l’ingresso in un centro abitato (e il ponte in questione segue di alcuni metri, per chi proviene da Città di Castello, il segnale di località che indica San Giustino) e con il limite di velocità pari a 50 chilometri orari, l’installazione del guard-rail non sarebbe obbligatoria.
I due sono difesi dagli avvocati Luca Fanfani di Arezzo e Vittorio Betti, mentre quattordici sono le parti civili (ovvero i familiari dei ragazzi morti) elencate dalla Procura e rappresentate dagli avvocati Eugenio Zaganelli, Marco Nicastro, Leonardo Gabrielli, Gloria Cangi e Riccardo Vantaggi.