Viaggio nell’inferno di Auschwitz. Lì dove Liliana Segre è scampata alla morte, non la sua amica Janine. Lì dove migliaia di vite sono evaporate nelle camere a gas, inghiottite dalla follia nazista. Lì dove tra una manciata di giorni il pellegrinaggio della memoria serve a tutti come "bagno di umiltà", e come monito affinchè quell’orrore non accada mai più. Esserci per onorare il sacrificio delle vittime. Esserci per quel "bagno di umiltà", che il sindaco Alessandro Ghinelli mette al centro del ragionamento alla vigilia della "missione" as Auschwitz, in Polonia. Ma con un significato in più nella ricorrenza degli ottant’anni dalla liberazione del campo.
Per lui un viaggio che ogni anno significa portare lì l’abbraccio ideale della città; l’abbraccio alle vittime e a chi è rimasto e continua a offrire al mondo la testimonianza di quell’orrore vissuta sulla pelle e per questo incancellabile. Con lui ci sarà il vescovo Andrea Migliavacca che ha accolto l’invito del primo cittadino: è il suo primo viaggio ad Auschwitz, non il primo nei campi della morte. "Vado volentieri a rappresentare la diocesi come segno di solidarietà per l’enorme dramma ma anche come monito affinchè non accada mai più".
Sarà un’esperienza forte, vissuta tutta d’un fiato nello stesso campo di concentramento dove Liliana Segre è stata prigioniera e dal quale si è salvata. Martedì, proprio alla vigilia del viaggio ad Auschwitz insieme al sindaco, tutti e due saranno alla presentazione del docufilm sulla vita della senatrice a vita (per gran parte girato a Rondine). Un cammino che si intreccia nei giorni della memoria: "Ci sarò come segno di legame con Rondine e come attenzione e rispetto per la senatrice Segre che ho incontrato a Milano".
Il sindaco spiega: "Sono tre giorni intensi, perchè oltre alla visita al campo di concentramento ci sono le testimonianze dei superstiti, sempre meno per via dell’età. Credo che ognuno di noi, dovrebbe vivere questa esperienza, almeno una volta nella vita per vedere da vicino il male assoluto, quello che non deve essere mai nemmeno sfiorato col pensiero".
L’invito al vescovo è il segno di una esperienza condivisa che "in questa edizione e nella ricorrenza per gli ottanta anni di Auschwitz acquista ancora di più un significato simbolico e profondo". Ma c’è anche il legame, negli anni consolidato, con la comunità di Oswiecim: "Un rapporto di amicizia che nel tempo è diventato fraterno, di grande familiarità". Ricorda il viaggio in Ucraina per portare medicinali a bordo dell’ambulanza con la stessa cura con cui "ogni anno ci ritroviamo con il sindaco della città polacca. Quando arrivò la notizia del missile che era caduto vicino a Leopoli, in una zona al confine con la Polonia, ci siamo subito preoccupati per i nostri amici di Oswiecim". Fraternità che nel giorno della memoria va in profondità e sedimenta. Come si torna dal campo di Auschwitz, dopo aver visto l’orrore e ascoltato i racconti di chi è scampato alla morte? "Con un senso di grande solidarietà e amicizia nei confronti degli amici polacchi", spiega il sindaco che tuttavia, si porta dentro la potenza di un’esperienza che segna. Anche lui martedì sarà alla presentazione del docu-film su Liliana Segre (all’Uci Cinemas): "Una persona di una lucidità sorprendente, ricordo ancora con emozione il suo ultimo intervento pubblico a Rondine. Ora vedere il docufilm sulla sua vita sarà ancora una volta un bagno di umiltà di fronte a questa grande donna". Con un richiamo alla tregua tra Israele e Palestina: "Mi piace pensare che non sia casuale, proprio nei giorni delle memoria".