In un anno 71 persone sono finite al Pronto soccorso per maltrattamenti e abusi. Nei 5 Pronto Soccorso della provincia aretina gli accessi protetti secondo il percorso studiato dalla Asl per le vittime di violenza, sono stati 150. Il dato che colpisce riguarda anche i minori, vittime di adulti senza scrupoli. Accade spesso in famiglia, nel luogo che dovrebbe essere il più sicuro al mondo. I minori che hanno varcato la soglia dell’hub dell’emergenza sono stati 21 nel 2023 sul totale di 150 persone colpite dalla furia della gelosia o della malvagità. Sono i numeri del Codice rosa, che disegnano le dimensioni di un fenomeno che non scende. Semmai sale, sopratutto nelle richieste di aiuto. Da un lato è il segnale di una nuova consapevolezza e di un approccio diverso, che rifiuta l’adattamento a una situazione ormai intollerabile. Dall’altro risuona come un campanello d’allarme perchè rimarca l’entità e, in molti casi, la profondità di una violenza che esplode e colpisce. E può arrivare fino all’estremo: il femminicidio. Anche qui i dati dell’Osservatorio sociale regionale evidenziano che nel 2023 in Toscana si sono registrati 6 femminicidi. Sei tragedie che hanno fatto salire il drammatico bilancio degli ultimi 17 anni a 140. E dal 2006 ad oggi, dodici femminicidi sono accaduti nell’aretino.
Non solo: a livello regionale sono oltre 4.500 le donne che in un anno si sono rivolte a un Centro antiviolenza, sfiorano i 2.000 gli accessi in codice rosa al pronto soccorso per maltrattamenti. I dati evidenziano una crescita esponenziale del fenomeno: oltre ai casi dei centri violenza e di accesso in Codice rosa, cresce il numero delle donne che si rivolgono ai consultori per abuso o maltrattamento e quelle ospitate in case rifugio. In parallelo, secondo il rapporto 2023, aumenta notevolmente anche il numero di uomini che accedono ai Centri per uomini autori di violenza.
Ma qual è il quadro aggiornato nella nostra provincia? "Notiamo un andamento costante del fenomeno, dato preoccupante perchè dimostra come la violenza di genere sia diffusa". Dal suo osservatorio Claudio Pagliara, direttore della struttura Uosd Codice Rosa Salute e Medicina di Genere della Asl, analizza il trend e gli effetti. Lui è il "papà" del percorso protetto che inizia al Pronto soccorso con il triage. Lo è dal 2010 insieme a Vittoria Doretti e in tanti anni di esperienza, non esita a dire che "ciò che emerge è solo una piccola parte del fenomeno, anche se gli accessi al Pronto Soccorso ci dicono che il servizio ad hoc produce risultati importanti". I casi di donne maltrattate, colpite, ferite, abbracciano tutte le età, senza distinzione sociale o di nazionalità. Ma un dato positivo c’è e Pagliara lo rileva: "È cresciuta la consapevolezza dell’importanza di un lavoro di squadra che la donna può intraprendere con l’equipe degli specialisti che dal momento dell’accesso in Codice rosa, si prendono cura di lei e l’accompagnano, sempre nel rispetto della sua volontà, verso l’uscita dal tunnel".