
Quel diritto a essere diversi. Viaggio per accettare sé stessi
Guardando il film Shrek, imponente e rozzo orco dalla pelle verde, con orecchie simili a delle trombette e una bocca bella larga, il tema cade sulle diversità.
Shrek, che significa "terrore", vive in solitudine all’interno di una piccola casa di legno in una palude ed evita ogni contatto sociale perchè, da sempre si sa, le persone odiano gli orchi, brutti mostri terrificanti. Ma lui è un esempio di bontà e altruismo chiusi in un corpo deforme.
Sembra che la diversità non lo tocchi, che viva serenamente, ma in realtà la vergogna lo fa chiudere in se stesso sempre di più.
"Gli orchi sono come le cipolle" afferma Shrek, cioè sono fatti a strati e sono composti da tante sfaccettature, come ogni persona del resto.
Secondo noi, lui nel primo strato è determinato e audace ma nel secondo non si accetta. Il tema ci porta a concetti come accettazione, vergogna, inadeguatezza e pregiudizio. Quando il film finisce, rimangono considerazioni e dati di fatto. Nessuno dei personaggi è come sembra. Shrek e i suoi amici ci insegnano che le apparenze possono ingannare e che il vero valore di una persona sta nella gentilezza e nell’integrità.
Questo messaggio ha un’importanza particolare in un’epoca come la nostra in cui l’immagine corporea e la perfezione fisica sono spesso esaltate.
Ma il film ci insegna anche a non giudicare noi stessi come inadeguati, incapaci, non meritevoli perché dentro di noi c’è sicuramente qualcosa di bello.
A volte bisogna solo capire come tirarlo fuori. In questo può certamente aiutarci avere accanto un amico vero (come lo è Ciuchino per Shrek).
Quando i pregiudizi colpiscono e tutti pensano che gli orchi siano cattivi, dobbiamo continuare a sfogliare gli strati della cipolla, in modo da trovare condivisione e altruismo.
Questo ci renderà forti, ci farà sentire, sì sempre diversi, ma grazie a questo, anche unici.
Ci renderà talmente coraggiosi da sconfiggere (come fa il protagonista del film) un terribile drago che tiene prigioniera una principessa in cima alla torre di un vecchio castello circondato da lava bollente.
In conclusione abbiamo capito che le differenze possono separare ma anche unire perchè, oltre a renderci unici e speciali, definiscono la nostra identità.
Nella nostra classe siamo ventiquattro tra bambini e bambine, ognuno diverso dall’altro per cultura, religione, origini, aspetto fisico, carattere, condizione sociale e questa è la nostra più grande ricchezza.