L’abbraccio della comunità ha scaldato i cuori nonostante il vento freddo e tagliente della giornata. Due le cerimonie per onorare il Sovrintendente della Polizia e Medaglia d’Oro al Valore Civile Emanuele Petri, nei luoghi simbolo della tragedia. A Cortona, città a cui era molto legato e ha prestato servizio con dedizione alla Polfer di Terontola. E a Castiglion Fiorentino dove la tragedia è arrivata a capolinea fermando la corsa di quel treno maledetto dove Petri fu colpito a morte per mano delle nuove brigate rosse. In terra cortonese è oggi il parco di Camucia, intitolato a suo nome, ad ospitare le celebrazioni. A Castiglion Fiorentino la cerimonia nella piazza davanti alla stazione oggi a lui dedicata. "Orgogliosa, commossa e quasi stupita, dopo così tanti anni di questo affetto immutato e sincero per Emanuele e la mia famiglia". In prima fila, la vedova Alma Petri non manca mai all’appuntamento desiderosa di ricevere ancora una volta quell’abbraccio immutato. Ad accoglierla ci sono le massime autorità cittadine e militari: il prefetto Carmelo Di Nuzzo e il questore Maria Luisa di Lorenzo, oltre al collega perugino Dario Sallustio. Presente anche la parlamentare della Lega Tiziana Nisini. "Vado sempre a trovare i più giovani nelle scuole, parlare ai ragazzi è quello che mi fa star bene e continuerò a farlo", conferma Alma Petri. "Da quest’anno poi sono aggiunti anche le scuole di polizia, con i giovani che poi faranno lo stesso lavoro di Emanuele". "Sono trascorsi 22 anni, non abbiamo mai smesso una volta di onorare questo grande uomo e con lui le istituzioni italiane, le nostre forze dell’ordine, che spesso vengono bistrattate", conferma il sindaco di Cortona Luciano Meoni. "Invece sono la forza del nostro Paese, rappresentano la sicurezza, le istituzioni, e l’appello che facciamo sempre anche giovani, è rispettare le nostre divise". "Quel 2 marzo 2003 assomigliava maledettamente a questa giornata", ha ricordato il sindaco castiglionese Mario Agnelli. "Una giornata cupa, grigia, rigida, come oggi, che da rigida si trasformò in funesta, durante la quale Castiglion Fiorentino salì alla ribalta nazionale per un fatto incredibile quanto inaccettabile. Ci sono bambini, tano cari alla signora Alma, che non sanno cosa è accaduto perché non erano nati, ma che si devono domandare perché la piazza porta questo nome". Sentite e forti anche le parole delle altre autorità. "Non l’ho conosciuto e me ne rammarico – dice il questore Di Lorenzo - ero una giovane funzionario alla questura di Firenze quando successe e subito la notizia deflagrò come una bomba. Ho sempre sentito parlare di lui come di un poliziotto buono, semplice, che svolgeva in maniera appassionata il proprio lavoro. La sua memoria deve continuare ad essere onorata. Cerco di trovare l’animo di Emanuele nel figlio Angelo che ho l’orgoglio di avere in questura. Quando lo incontro è inevitabile per me pensare al papà di cui ha seguito le orme e di cui mantiene caratteristiche di semplicità e di coraggio nello stesso tempo". "L’assassinio di Petri fu un crimine efferato che rappresentò il colpo di coda di una stagione di sangue che a tutti appariva oramai terminata", ricorda il prefetto Di Nuzzo. "Siamo usciti da quegli anni anche grazie a tanti uomini e donne che, come Emanuele Petri, hanno sacrificato la vita nell’adempimento del proprio dovere e nel rispetto del giuramento di fedeltà fatto alla Repubblica ed espresso come servitori dello Stato".
Cronaca"Quel giorno che le Br uccisero Petri". Testimonianza commossa del questore. L’orgoglio della moglie alle cerimonie