REDAZIONE AREZZO

"Quel Natale a Kharkiv sotto i bombardamenti"

La guerra stravolge la quotidianità. Ecco perché ci ha toccato particolarmente il racconto del Natale dello scorso anno, passato da...

Autori: Falai, Grazzini, Quaranta, Arduini e Micaj

Autori: Falai, Grazzini, Quaranta, Arduini e Micaj

La guerra stravolge la quotidianità. Ecco perché ci ha toccato particolarmente il racconto del Natale dello scorso anno, passato da Giacomo Gambassi a Kharkiv, una delle città ucraine più vicine ai combattimenti. La mattina del 25 dicembre sta dormendo nell’hotel dove alloggia e viene svegliato di colpo dal fragore di un’esplosione lontana. Appena si rende conto, dalla finestra della camera, che nei paraggi non c’era traccia della caduta di qualche bomba si rimette a dormire. Poco dopo un altro missile russo, molto più vicino, lo sveglia e lo costringe a cercare sul telefono notizie di obiettivi centrati nella zona. La situazione è critica e l’inviato decide di afferrare l’essenziale e di recarsi di corsa nel rifugio sotto l’albergo. Ma è Natale! E come se volesse cancellarlo, la guerra non dà tregua, anzi, colpisce più forte per negare alla popolazione provata da anni di conflitto quel briciolo di serenità che un giorno di festa avrebbe portato. Gli effetti del bombardamento, invece sono stati distruzione, mancanza di elettricità e di riscaldamento in un periodo in cui le temperature scendono fino a meno 15. Il nostro pensiero è volato subito a tutti i bambini e ragazzi ucraini che non hanno potuto trascorrere il Natale come prima della guerra, a casa, felici con i propri familiari. Le parole di Gambassi ci hanno reso consapevoli di quanta fortuna abbiamo nel vivere una vita "normale". La guerra non lo è e non dobbiamo restare indifferenti di fronte alla sofferenza.