REDAZIONE AREZZO

Quel viaggio della speranza dagli aerei alle navi al bus

Un viaggio della speranza che spesso diventa il viaggio della disperazione: 13 giovani, tutti uomini, provenienti dal Bangladesh, arrivati in Italia dopo un percorso complicato che parte dal loro paese e passa per Dubai, Egitto, Libia. Una realtà ricca di dettagli che va al di là di quanto spesso non emerga.

Quel viaggio della speranza dagli aerei alle navi al bus

Un viaggio della speranza che spesso diventa il viaggio della disperazione: un mondo che va al di là di quanto spesso non emerga e che è ricco di dettagli. Un racconto legato agli ultimi arrivi.

Intanto l’apertura del centro di accoglienza di Fraternita, che ha sede a Civitella. La disponibilità del primo rettore Pierluigi Rossi, ricordiamo, era stata assoluta davanti alla richiesta di aiuto del Prefetto. Senza rientrare nel quadro dei bandi e delle candidature all’accoglienza ma mettendo a disposizione le sedi disponibili. Ed è lo stesso Rossi a indicarci il quadro.

"Ad oggi abbiamo a Civitella 13 giovani, tutti uomini: sette provengono dal Bangladesh e li ho accolti non solo come primo rettore ma anche come medico". Quindi una visita: non l’unica, c’è un percorso preciso che chi arriva con i barconi deve seguire, studiato dal ministero e applicato dalle Prefetture. Un percorso a tutela dei migranti e anche per evitare eventuali focolai di malattia ove ci fossero situazioni di fragilità. Ma colpisce ancora più quale viaggio queste persone abbiano alle spalle. Le carrette del mare, la traversata complicata e alla fine lo sbarco? Non solo. "Chi proviene dal Bangladesh arriva dal suo Paese in aereo a Dubai e di nuovo in aereo ha raggiunto l’Egitto".

E siamo ancora a metà del percorso. "Il passaggio a terra porta fino alla Libia e da lì ecco la nave per l’Italia". Variano naturalmente gli approdi degli sbarchi. E variano le destinazioni successive con i pullman alle varie città italiane.