Non sarei l’uomo di oggi se il ragazzo di ieri non ti avesse incontrato: così Gallorini, un pioniere della Woodworm, aveva ricordato Paolo Benvegnù, il cantautore scomparso al tramonto del 2024. L’anno che verrà non lo ha vissuto, ma i suoi amici se lo sono portati in braccio fino a Sanremo. Prima il ricordo sul palcoscenico dell’Ariston di un Brunori più commosso lì che sul podio. Poi quello sulla spiaggia, nel villaggio che l’etichetta discografica ha disegnato su misura, per il Festival e per Arezzo. Storie di uomini e di ragazzi, oltre i bagliori di un evento che ha spaccato l’Italia. Valori infrangibili, almeno loro, perfino al televoto. "È inutile parlare d’amore" era stato l’ultimo pezzo di Benvegnù: era il primo a non crederci, oggi ci crederebbe ancora meno.
CronacaQuella carezza tra i bagliori di Sanremo